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Sanità

Asl To3, stop alla prevenzione oncologica: "L'economia prevale sulla salute delle persone"

La denuncia arriva da UILFPL Torino e Piemonte che richiede l'intervento della Regione

Stop alla prevenzione oncologica: l'Asl To3 si fa nuovamente "attendere"

Screening oncologico

L'attesa, la scia silenziosa che si abbatte nuovamente su una sanità in crisi. Protagonista di un allarme diffuso tra i sindacati è l'Asl To3, che ha annunciato lo stop delle prestazioni aggiuntive in ambito di prevenzione oncologica.

La decisione, denunciata dalla UILFPL Torino e Piemonte, rischia di compromettere gli obiettivi previsti per il 2025. Nonostante la Regione Piemonte abbia approvato a inizio settembre nuovi fondi destinati proprio a potenziare queste attività, l’azienda sanitaria ha scelto di bloccarne l’erogazione, motivando la scelta con questioni legate al bilancio e ai limiti di spesa.

Domenico Albanese, segretario aziendale UILFPL Asl To3, ha lodato l’operato del personale tecnico di radiologia e medico specialistico, che sebbene ridotto dai pensionamenti, è stato in grado di eguagliare le prestazioni erogate l’anno scorso. Tuttavia, “le criticità legate alle poche risorse umane disponibili ed in ultimo a questo inaspettato stop alle prestazioni aggiuntive, con molta probabilità causeranno una flessione rispetto agli obiettivi prefissati, pari a 50 mila prestazioni entro fine anno”, avverte.

Il settore della diagnostica preventiva oncologica è già estremamente delicato, e il blocco delle prestazioni aggiuntive lo appesantirebbe ulteriormente. La UILFPL denuncia come il blocco avrebbe un impatto anche sul programma di screening mammografico “Prevenzione Serena”, essenziale per il monitoraggio della salute femminile. Il segretario generale Nazzareno Arigó spiega: “Una decisione che appare inspiegabile, soprattutto alla luce di una determina regionale che ha reso disponibili nuove risorse economiche. Eppure, la ASL TO3 ha scelto lo stop, adducendo come motivazione l’insufficienza dei fondi”.

L’appello della UILFPL è a Federico Riboldi, assessore regionale alla Sanità, a cui viene richiesta la riattivazione immediata delle prestazioni aggiuntive, rispettando così gli accordi regionali. “Non è accettabile che, ancora una volta, la logica economica prevalga sulla tutela della salute delle persone. La diagnosi precoce dei tumori, in particolare di quello mammario - aggiunge - richiede tempi rapidi e certi”.

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