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Ieri la presentazione

La scuola di politica di Repole (con i contributi Crt) conquista mille giovani

Hanno partecipato anche numerosi esponenti dei partiti: ecco il nuovo collateralismo

La scuola di politica di Repole (con i contributi Crt) conquista mille giovani

Anna Maria Poggi e il cardinale Roberto Repole

Sembra che i partiti, specie quelli di ispirazione cristiana o quelli che al loro interno hanno una componente che si ispira alla dottrina sociale della Chiesa, stiano riscoprendo quel collateralismo che è stato l’humus della politica del Dopoguerra, almeno fino a Tangentopoli. Da qui l’interesse alla scuola di politica dell’Arcidiocesi torinese (le “piccole officine”) che hanno organizzato corsi, nel 2024, per più di un migliaio di studenti. Si spiega così la presenza, ieri presso la Facoltà Teologica, di esponenti di quasi tutti gli schieramenti che hanno ascoltato con attenzione il programma per il prossimo anno delle “piccole officine”. Tra gli altri erano presenti Silvio Magliano, Alberto Avetta, Francesca Troise, Luca Rolandi, Mauro Carmagnola e Giorgio Merlo. La scuola è promossa e organizzata dalla Pastorale Sociale e del Lavoro dell’Arcidiocesi e realizzata con il sostegno della Fondazione Crt. All’incontro hanno partecipato il direttore dell’Area Carità e Azione Sociale dell’Arcidiocesi di Torino, Alessandro Svaluto Ferro, il consigliere d’indirizzo della Fondazione Crt, Giampiero Leo, e il segretario del Comitato delle Settimane Sociali dei Cattolici in Italia, Sebastiano Nerozzi. Obiettivo dell’iniziativa è quello di avvicinare i giovani al mondo della politica, spiegandone i vari aspetti attraverso un approccio e un linguaggio a loro misura, promuovendo il valore della democrazia come luogo del dialogo e della ricerca delle migliori condizioni per vivere, educando alla coscienza critica e alla cultura dell’approfondimento.

E poi ancora, far conoscere il sistema delle istituzioni, parlare di valori, fornire ai ragazzi occasioni per esprimersi, ascoltando la loro voce per meglio comprendere ciò che pensano.  Un impegno di cui si fanno carico le “Piccole Officine Politiche” attraverso un progetto destinato a ragazze e ragazzi di età compresa tra i dodici e i diciotto anni, in larga parte studentesse e studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado di Torino e dell’area metropolitana e giovani della scuola di formazione professionale. «Nelle attività finalizzate alla formazione civica dei giovani - ha osservato monsignor Alessandro Giraudo, vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi di Torino - è importante scegliere modalità e linguaggi che tengano conto dei mutamenti avvenuti nella loro vita e nel loro modo di pensare e di informarsi. Il fatto che negli ultimi decenni è cambiato il loro modo di approcciare e considerare le questioni sociali, non significa infatti che siano indifferenti ai problemi del nostro tempo, soprattutto se aiutati e stimolati a riflettere e a mettere in gioco l’impegno personale. Anche le iniziative della Pastorale sociale e del lavoro confermano questa disponibilità dei giovani, e di conseguenza è ancora più forte per la nostra Chiesa l’esigenza di affrontare con loro queste tematiche, che sono al centro del percorso proposto con le “Piccole Officine Politiche”».

La Presidente della Fondazione CRT Anna Maria Poggi e Gianpiero Leo hanno aggiunto: «Le Piccole Officine Politiche organizzate dalla Pastorale Sociale e del Lavoro dell’Arcidiocesi di Torino rappresentano un’opportunità preziosa per avvicinare ragazze e ragazzi al significato autentico della cittadinanza attiva. Educare alla politica e alla democrazia, con linguaggi e strumenti vicini alle nuove generazioni, significa aiutarli a sviluppare senso critico, responsabilità e partecipazione. Per la Fondazione CRT è fondamentale investire nei giovani e nel loro protagonismo civile, perché è da loro che passa la costruzione di una società più consapevole, giusta e aperta al futuro». Alessandro Svaluto Ferro e Sebastiano Nerozzi hanno sottolineato: «La militanza nei partiti sempre più rara e un diffuso sentimento di sfiducia e di distanza rappresentano i segni evidenti della generale crisi nel rapporto tra cittadini e mondo della politica. Ripartire dalle giovani generazioni è importante, poiché spesso sono capaci di offrire occasioni di cambiamento e sono anche fonte di speranza

Registriamo infatti segnali d’interesse e di partecipazione quando i giovani stessi sono messi nella condizione di sentirsi protagonisti e non solo ricettori di contenuti. Nei laboratori di educazione civica delle “Piccole Officine Politiche” sono impiegate app per animare gli incontri, proposti lavori sui mezzi di informazione cartacei e virtuali, utilizzati video e organizzati incontri con testimoni significativi sia del passato sia del presente allo scopo di riflettere sui temi della democrazia e dei diritti, promosse ricerche per conoscere più in profondità il territorio dell’istituto scolastico che partecipa al progetto. Inoltre, tra le varie attività, sono previsti giochi per insegnare il valore della cooperazione e simulare alcune attività svolte dal consiglio comunale. Al termine dell’incontro sono intervenuti il professor Luca Imperatore, coordinatore didattico dei Licei dell’Istituto sociale di Torino, una studentessa e la professoressa Norma De Piccoli del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino.

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