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I guai della Famiglia

Eredità Agnelli, i capolavori (segreti) dell'Avvocato portati all'estero e scomparsi

Anche la Procura di Roma indaga sulle accuse di Margherita Agnelli contro gli Elkann

Eredità Agnelli, i capolavori (segreti) dell'Avvocato portati all'estero e scomparsi

Un'altra grana per John Elkann e fratelli: adesso anche la Procura di Roma, dopo quella di Torino, indaga sull'Eredità Agnelli. Sui quadri che facevano parte della collezione dell'Avvocato Agnelli e che adesso sarebbero scomparsi, portati all'estero illegalmente: si tratta di tredici dipinti in tutto, che Margherita Agnelli, figlia di Gianni e madre di John, Lapo e Ginevra Elkann, rivendica come propri.

Per il momento l'inchiesta della Procura di Roma, coordinata dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo e dal sostituto procuratore Stefano Opilio e condotta dai carabinieri del nucleo di tutela del patrimonio artistico, è a carico di ignoti con le accuse di esportazione illecita di opere d’arte e ricettazione.

I dipinti sono ben noti, perché anche noi ve ne avevamo parlato diffusamente: si tratta per esempio del contestato "Glacons effet blanc" di Claude Monet - che un tempo pare fosse esposto in sala da pranzo a Villa Frescot e che risulta, addirittura, andato all'asta anni fa - del valore di 4 milioni di euro, de "La scala degli addii" di Giacomo Balla, valore 2 mlioni di euro, e "Mistero e melanconia di una strada" di Giorgio De Chirico, dipinto praticamente mai visionato o studiato neppure dagli esperti, valore netto 7 milioni di euro.

Ci sono poi "Nudo di profilo" di Balthus, due opere di Pablo Picasso, gli "Study for a Pope III" e "Study for a Pope IV" di Francis Bacon, "The Cardinal Numbers" di Robert Indiana, "A composition on paper" di Georges Mathieu, "Series of Minitaur 4 engravings signed", "Torse de femme" e "A street in Algeris" di John Singer Sargent.  

Tutte tele già finite al centro degli accertamenti della Procura di Milano (per la prima denuncia di Margherita Agnelli) e di quella di Torino che indaga ancora sull'Eredità Agnelli, inchiesta in cui John Elkann ha raggiunto un accordo che prevede un anno di messa alla prova (e uno con il Fisco dietro pagamento di 164 milioni di euro) e attende l'ok del giudice. Durante le indagini la Guardia di Finanza aveva trovato, per esempio, tre differenti versioni di una lettera con cui Marella Caracciolo donava a John Elkann "Cardinal Numbers" di Robert Indiana. Così come altri file, nel computer della segretaria Paola Montaldo, facevano riferimento a differenti donazioni: il Monet, per esempio, dovrebbe essere di Lapo Elkann, mentre John avrebbe un Wharol. Tutti i file nel pc, però, risultato datati 2024, mentre donna Marella Agnelli è morta nel 2019.

L'accusa di Margherita è che i dipinti della collezione dell'Avvocato - di cui lei, al pari della gran parte del mondo, ignora persino l'esatta composizione - erano nelle abitazioni che, da testamento di Gianni Agnelli, spettavano a lei: alla morte della madre Marella, che ne aveva l'usufrutto, al momento di entrare nelle dimore, sia Villa Frescot sia Villar Perosa o l'appartamento vista Quirinale di Roma, Margherita non ha trovato numerose opere. Di cui l'accusa ai figli di essersene impossessati.

I riscontri investigativi hanno accertato che, almeno per un periodo, queste opere siano passati dal Punto Franco di Chiasso, in Svizzera. Un inventario degli Elkann colloca i tredici dipinti, invece, in un caveau di Fca (ora Stellantis), ma qui gli inquirenti hanno trovato solo delle copie. Dunque, i dipinti sarebbero stati portati all'estero: il valore artistico delle tele è tale che, per l'esportazione anche solo provvisoria, occorre un benestare ministeriale. Che in questo caso non sarebbe mai stato concesso.

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