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Eredità Agnelli
26 Settembre 2025 - 13:50
Evelina Christillin, amica di famiglia di lunga data, lo ricorda appeso in sala da pranzo a Villa Frescot: l'ha ammesso in una intervista televisiva, scatenando l'ira di Lapo Elkann (e presto vedremo perché). Margherita Agnelli, quando nel 2019 ha preso possesso della dimora di famiglia - fino a quel momento ufficialmente in comodato d'uso a suo figlio John Elkann - non l'ha più trovato: dov'è finito quel Monet? Che, in realtà, era solo una copia, mentre l'originale risulta aver compiuto un misterioso percorso: passando anche attraverso un'asta a New York, per finire in Svizzera e probabilmente arrivare addirittura in Portogallo (ma questo è solo un sospetto). E una mail della segretaria personale degli Agnelli/Elkann, adesso, potrebbe aiutare i magistrati nella nuova puntata del giallo sull'eredità dell'Avvocato.
La mail in questione è inserita nei documenti della Procura di Torino nell'inchiesta per truffa ai danni dello Stato ed evasione fiscale che ha visto coinvolti John, Lapo e Ginevra Elkann, oltre al commercialista di fiducia e al notaio svizzero che ha redatto il testamento di Donna Marella. Per Lapo e Ginevra si va verso l'archiviazione, il commercialista Ferrero patteggerà, John Elkann ha chiesto (e otterrà) la messa alla prova che estinguerà il reato. Ma i documenti sono comunque importanti per la Procura di Roma che adesso sta cercando tredici capolavori della collezione di Agnelli, probabilmente portati all'estero illegalmente. Una delle accuse è addirittura ricettazione.
Nel 2020, Paola Montaldo, segretaria del family office di Elkann nella villa sulla collina torinese, scrive all'avvocato Lombardi, con Elkann stesso in copia, una delle tante mail relative all'inventario dei beni della defunta Marella Caracciolo Agnelli: "Il Monet era quindi a Frescot ed è stato sostituito da una copia?". "Glacon effet blanc" è il nome di questo quadro di Monet, che appare nell'elenco dei tredici dipinti su cui indaga la Procura di Roma.
Il giallo del Monet, inoltre, è reso ancora più complesso da un particolare rivelato mesi fa dalla trasmissione Report: nel 2013 un Monet con il medesimo titolo e le medesime caratteristiche risulta inserito a un'asta di Sotheby's a New York, per un valore di 16 milioni di sterline. Come è arrivato lì? E poi dove è finito?
Sotheby's inoltre, come si deduce sempre dagli elenchi preparati da Paola Montaldo, ha effettuato perizie sul valore dei beni di Marella Caracciolo dopo la sua morte. Nel "LE Tab", ossia la tabella di Lapo Elkann inteso come destinatario delle donazioni in vita (che però, secondo la Procura di Torino, sarebbero state realizzate dopo la morte della vedova dell'Avvocato), compare assieme ad altri beni anche il Monet, periziato a un valore di oltre 17 milioni di euro.
Possiamo dedurre che Lapo abbia portato il dipinto in Portogallo, dove ora vive con la moglie? Oppure il capolavoro è custodito, come da sempre ritengono gli investigatori ingaggiati da Margherita Agnelli, in un caveau in Svizzera? La prima ispezione, ordinata all'epoca dalla Procura di Milano, che indagava anche su due galleristi di Lugano poi prosciolti, era andata a vuoto. Di certo Lapo Elkann ha duramente attaccato Evelina Christillin per quel "ricordo", poiché di fatto dava elementi di prova alla tesi di Margherita Agnelli contro i suoi figli.
Un altro elenco, "GE Tab", fa riferimento a Ginevra Elkann. Qui troviamo i tre studi per il ritratto di Gianni Agnelli a opera di Francis Bacon, valore 12 milioni di euro, e una "Marilyn Monroe" di Warhol - della stessa serie di quelli apparsi alla Pinacoteca Agnelli, al Lingotto di Torino, di cui Ginevra è presidente. E anche un Balthus e altre opere.
Quali giri misteriosi hanno compiuto questi dipinti? La legge prevede che l'esportazione, anche solo temporanea, di quadri di un certo valore artistico debba sottostare a una autorizzazione del ministero, che in nessun caso risulta concessa agli Agnelli (ecco, quindi, perché indaga la Procura di Roma con i carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico). Nei mesi scorsi, persino Vittorio Sgarbi scrisse agli Elkann - più che altro intimò - perché rivelassero dove fossero quei quadri.
Opere come il De Chirico "Mistero e malinconia di una strada" (noto anche come "Fanciulla con il cerchio" di cui una copia risulta nel catalogo di un museo italiano) figurano nei cataloghi d'arte con poche indicazioni, tra cui un generico "collezione privata". Prima dello svelamento di queste inchieste, nessuno di fatto sapeva che fosse nella collezione di Gianni Agnelli.
Del quale era sì nota la passione per l'arte, condivisa con la moglie Marella, ma ufficialmente - anche negli elenchi testamentari - si era ricostruito un patrimonio di circa duecento opere per un valore attorno ai 250 milioni di euro: la collezione segreta, invece, avrebbe compreso oltre 630 opere, per un valore attorno ai 2 miliardi. Quando acquistò queste opere Agnelli? Dove sono state custodite e spostate nel corso degli anni? Furono dichiarate al Fisco? L'ennesimo mistero che, anche con questa inchiesta romana, sarà difficile svelare.
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