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La manifestazione
27 Settembre 2025 - 15:40
Il corteo dei Pro-Pal è partito da piazza Crispi
IL VIDEO DEGLI SCONTRI
"Blocchiamo tutto". Questo lo striscione in testa al corteo partito oggi, sabato 27 settembre, da piazza Crispi. Due gli obiettivi: l'aeroporto di Torino-Caselle e lo stabilimento della Leonardo. "Non ci spaventa percorrere decine di chilometri, sappiamo che dall'altra parte del mondo sono costretti a farlo, sotto le bombe". Il riferimento è alla Global Sumud Flotilla, che naviga nelle acque del Mediterraneo verso Gaza. "Abbiamo detto che bloccheremo l'aeroporto e lo faremo", la promessa dei Pro-Pal. Che poi promettono: il 4 ottobre ci sarà una grande manifestazione a Roma, sempre per la causa palestinese.

ORE 15.05: centinaia di biciclette fanno da apripista al corteo. Dietro le bici, il bandierone della Palestina e le migliaia di persone in partenza da piazza Crispi. "Blocchiamo le strade di Torino", urlano i manifestanti dal megafono. La manifestazione sfila lungo corso Novara, verso piazza Baldissera.

ORE 16.00: il corteo prosegue lungo via Stradalla, in direzione strada dell'Aeroporto, mentre i negozianti abbassano le serrande. L'elicottero della polizia sorvola i manifestanti. Intanto sulla bacheca della pagina Facebook di Borgaro, il sindaco Claudio Gambino scrive, parlando dei manifestanti: "Sono trecento persone e si trovano in piazza Crispi. Le forze dell'ordine sono schierate e non intendono permettere al corteo di arrivare a Borgaro".

ORE 16.30: la sfilata dei Pro-Pal è arrivata in strada dell'Aeroporto. I manifestanti sono faccia a faccia con i poliziotti, schierati in tenuta antisommossa. Un centinaio, gli agenti di polizia, che con numerosi mezzi del Reparto mobile (idrante compreso) sbarrano al corteo la strada per l'aeroporto di Caselle. La tensione è massima. "Fateci passare", urlano i Pro-Pal.
ORE 16.50: il momento della violenza. Dopo una breve trattativa con la polizia per proseguire il corteo in maniera pacifica, i più facinorosi tra i Pro-Pal provano a sfondare il cordone degli agenti, che rispondono con gli idranti. Vola di tutto: bombe-carta, petardi, fumogeni, bottiglie di vetro, pietre. Due agenti vengono feriti.

ORE 17.10: respinti dal Reparto mobile della polizia, i manifestanti proseguono lungo via Reiss Romoli cercando di raggiungere gli altri altri attivisti verso l'aeroporto di Caselle. Intanto sul raccordo verso lo scalo sono spuntate delle scritte inneggianti a Gaza.
ORE 18.30: iniziano ad arrivare le prime reazioni dei politici «Torino non è più una città sicura. È ostaggio di frange violente che nulla hanno a che vedere con il diritto a manifestare». A parlare sono Roberto Rosso, vicecapogruppo di Forza Italia in Senato e vicesegretario del partito in Piemonte, e Marco Fontana, segretario cittadino degli azzurri, che commentano duramente gli scontri avvenuti oggi lungo la strada per l’aeroporto di Caselle. Lanci di bottiglie, sassi, petardi e fumogeni contro le Forze dell’Ordine: il bilancio è di lunghe code, negozi chiusi tra Borgaro e Caselle e centinaia di passeggeri costretti a raggiungere l’aeroporto a piedi, valigia alla mano. «Scene vergognose — scrivono Rosso e Fontana — Questa non è protesta, ma una vera e propria azione eversiva. Serve il Decreto Sicurezza subito. Chi semina odio e blocca i servizi essenziali deve essere perseguito senza esitazioni. Tolleranza zero». Non solo Forza Italia. Interviene duramente la Lega, con una nota firmata da Silvia Sardone, vicesegretario del partito, ed Elena Maccanti, deputata e consigliera comunale a Torino. «Solidarietà alle Forze dell’Ordine, che hanno contenuto l’assalto di antagonisti, collettivi studenteschi e filo-palestinesi — dichiarano —. Speriamo siano presto identificati i responsabili delle violenze. A Torino, purtroppo, queste scene sono diventate una consuetudine a causa dell’impunità concessa ai centri sociali». La Lega attacca frontalmente anche l’amministrazione comunale: «Questi delinquenti — aggiungono Sardone e Maccanti — sono coccolati dalla sinistra, che non perde occasione per difenderli. I centri sociali andrebbero chiusi, senza esitazioni». A preoccupare, secondo le due esponenti del Carroccio, è anche «la nuova alleanza tra sinistra estrema e realtà islamiste filo Hamas. Un connubio pericoloso che ormai sfocia abitualmente in disordini e attacchi contro uomini e donne in divisa». E ancora: «Paragonare Israele al Terzo Reich è un atto vergognoso e inaccettabile. È l’ennesima provocazione del movimento pro-Palestina, che punta solo a creare disordine e a danneggiare Torino». Così Augusta Montaruli, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. «Tutto era prevedibile, eppure nulla è stato fermato». Osvaldo Napoli, esponente della segreteria nazionale di Azione, attacca il Viminale dopo i disordini scoppiati ieri nei pressi dell’aeroporto di Caselle durante la manifestazione pro-Gaza. «Il ministro Piantedosi e le forze dell’ordine — afferma Napoli — erano perfettamente a conoscenza delle intenzioni del corteo. Si sapeva che i manifestanti volevano raggiungere l’aeroporto per bloccarlo. Il percorso andava fermato prima. Possibile che si continui ad assistere a violenze annunciate senza fare nulla?». Napoli parla di responsabilità politica ma anche di una mancanza di prevenzione: «La violenza va impedita, ma soprattutto prevenuta. Ormai sembra diventato un gioco: i centri sociali si divertono, chi li difende dovrebbe farsi qualche domanda. E magari anche un esame di coscienza».


ORE 18.45: mentre il corteo dei manifestanti ha cambiato obiettivo e punta verso il Salone dell'Auto, momenti di tensione in corso Giulio Cesare. Al secondo piano di un palazzo, i condomini hanno esposto la bandiera di Israele. La folla si è radunata sotto lo stabile e ha lanciato bottiglie verso il balcone dove era esposta la bandiera.
ORE 19.10: i manifestanti, da corso Giulio Cesare, attraversano Porta Palazzo, via Milano e arrivano direttamente in piazza Castello, dov'è in corso il Salone dell'Auto di Torino. Cori e fumogeni tra gli stand, con i visitatori (molte famiglie con bambini) terrorizzati dall'arrivo della marea Pro-Pal.

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