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Quartieri
01 Ottobre 2025 - 09:40
Foto di repertorio
Gli orti urbani della Circoscrizione 7 cambiano radicalmente. Nati nel 2004 come primi spazi cittadini dedicati alla coltivazione di frutta e verdura, oggi non potranno più ospitare zucchine e pomodori. Le analisi del terreno, concluse nel 2024 dopo anni di stop dovuti a normative e pandemia, hanno stabilito che le aree sono utilizzabili solo per coltivazioni non alimentari, con l’eccezione di un lotto che resterà inaccessibile.
«Per recuperare gli orti servono circa 30mila euro – ha spiegato il presidente della Circoscrizione, Luca Deri –. Oggi non possiamo prevederli a bilancio, ma l’obiettivo è riportare gli ortolani il prossimo anno. La strada è quella dei cassoni con terra certificata, anche se per molti anziani non poter coltivare come in passato è una difficoltà».
Il futuro degli orti, dunque, si sposta su progetti sociali e didattici. «Alcune associazioni hanno già realizzato iniziative con i cassoni rialzati – ha sottolineato la coordinatrice al Verde, Marta Sara Inì – e questo può diventare un messaggio positivo. Penso ad attività con le scuole, per insegnare ai ragazzi a coltivare, naturalmente dopo tutte le verifiche».
Dal punto di vista economico la linea resta quella di salvare gli spazi. «Gli orti urbani sono sempre stati richiesti – ha ricordato il coordinatore al Bilancio, Michele Crispo –. Oggi l’alternativa è puntare su fiori e piante ornamentali, superando la tradizione storica e valorizzando il terreno con nuove forme di gestione».
Più critica la capogruppo di Fratelli d’Italia, Patrizia Alessi, che chiede un maggiore impegno della Città. «Con queste condizioni sarà difficile assegnare gli orti – ha dichiarato –. Non si possono portare i bambini se i terreni non sono idonei. Servono certezze da parte dell’Asl e un sostegno concreto, ad esempio concedendo gratuitamente gli spazi e fornendo terra certificata».
Gli orti della Circoscrizione 7, da sempre presidio sociale e occasione di comunità, si preparano così a una nuova vita, meno legata all’agricoltura tradizionale e più proiettata verso progetti educativi e collettivi.
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