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Il fatto

A Torino si partorisce con la realtà virtuale: tra paesaggi fantastici e sensazioni immersive

L’Ospedale Martini utilizza dei visori per alleviare il dolore del travaglio senza l'utilizzo di farmaci

A Torino si partorisce con la realtà virtuale: tra paesaggi fantastici e sensazioni immersive

Dalle passeggiate nella savana africana ai bagni tra foche e delfini, fino agli incontri con sirene che guidano la respirazione preparto, a Torino le donne in travaglio possono vivere esperienze immersive grazie alla realtà virtuale all’Ospedale Martini. L’iniziativa mira a ridurre il dolore in modo naturale, senza ricorrere a farmaci.

L’idea nasce dopo una sperimentazione in urologia alle Molinette, dove un paziente aveva indossato un visore durante un intervento in anestesia locale per un tumore alla prostata. Ora, nel reparto di Ostetricia e Ginecologia, il ginecologo Vincenzo Distratis ha introdotto la Realtà Virtuale Immersiva (RVI) per accompagnare le future mamme durante le fasi più intense del parto, spiegando che la tecnologia rappresenta un valido supporto per il benessere fisico ed emotivo delle pazienti. Il progetto è stato reso possibile grazie al contributo di SOGNO-ETS, ente del Terzo Settore che promuove cure umanizzate nel percorso nascita.

Distratis ha sottolineato che la realtà virtuale si dimostra efficace come strumento non farmacologico per ridurre dolore e ansia. Studi clinici, come quello del 2020 condotto da Wong et al., hanno evidenziato una diminuzione della percezione del dolore del 52% nelle donne che hanno utilizzato la RVI durante il parto.

Secondo gli esperti, immergersi in scenari piacevoli e multisensoriali aiuta il cervello a concentrarsi su stimoli positivi, riducendo la percezione del dolore secondo la cosiddetta “teoria del gate control”. In pratica, la combinazione di visione, suoni ed emozioni piacevoli può attenuare i segnali dolorosi, funzionando come una sorta di distrazione terapeutica supportata dalla scienza.

All’Ospedale Martini, il visore Oculus viene impiegato insieme ad altre tecniche naturali già disponibili nel reparto, come massaggi, acqua, cromoterapia, aromaterapia e musica. L’approccio è multidisciplinare e punta a tutelare sia il benessere fisico sia quello emotivo della donna. La realtà virtuale può essere proposta anche a pazienti ginecologiche durante interventi in anestesia spinale o nel post-operatorio, contribuendo a ridurre ansia e dolore.

La RVI sta trovando applicazioni sempre più ampie in pediatria, oncologia e riabilitazione. Negli Stati Uniti, la FDA ne ha approvato l’uso per il dolore lombare cronico, osservando risultati simili a quelli degli oppioidi, ma senza effetti collaterali. A Torino, partorire immersi in mondi incantati è diventata una realtà concreta: virtuale, ma con benefici tangibili sul dolore e sul benessere delle pazienti.

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