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Economia & Trasporti

Scende il prezzo della benzina, ma non ce ne siamo accorti. Ecco perché (e quanto costa oggi)

Le contraddizioni delle tabelle del ministero e le decisioni di compagni e gestori

Scende il prezzo della benzina, ma non ce ne siamo accorti. Ecco perché (e quanto costa oggi)

Scende il prezzo della benzina: una buona notizia, di cui però - tutti noi automobilisti - non ci siamo accorti. Come mai? Per rispondere bisogna dare un'occhiata ai numeri ufficiali, quei report dell'Osservatorio carburanti del Mase, il ministero dell'Ambiente (che misteriosamente segue i prezzi del carburante, in quanto bene energetico, invece del Mit, quello dei trasporti).

Quindi, dai dati dell'Osservatorio, vediamo nella settimana dal 29 settembre al 5 ottobre il prezzo dei carubanti è sceso: quello della benzina è passato a 1,709 euro al litro rispetto alla precedente settimana (-2,84 millesimi, -0,17%), mentre il gasolio è stato rilevato in calo a 1,636 euro/litro (-1,69 millesimi, -0,11%). Cala anche il GPL, che è a 0,695 euro/litro (-0,17%).

Ma, appunto, non ce ne siamo accorti. Basta osservare la tabella GEA qui sotto, con i prezzi della giornata di oggi, martedì 7 ottobre 2025: seppure facciano effetto i valori più bassi rilevati - qui in Piemonte, per esempio, risulta addirittura attorno a 1,6 ma si tratta di una media che dunque comprende certo quale 1,8 e forse anche 1,9, è lampante che il prezzo medio in autostrada è decisamente più alto.

Chiunque faccia rifornimento abitualmente, vede prezzi decisamente diversi alla pompa. Sempre l'Osservatorio, peraltro, ci fa sapere che nell'ultimo mese del terzo trimestre, ossia a settembre, i prezzi sono in realtà aumentati. Il prezzo medio della benzina è stato di 1,710 euro/litro, in rialzo dello 0,5% rispetto ad agosto. Il gasolio è stato rilevato mediamente a 1,635 euro/litro (+0,25% mensile). In calo il Gpl (0,697 euro/litro, -0,7%) e metano (1,402 euro/kg, -0,41%).

Sappiamo bene che all'andamento del valore del greggio non corrisponde in proporzione quello dei carburanti, così come sappiamo benissimo che alla fine sono le compagnie e i gestori ad aggiornare i tabelloni, basandosi su necessità di consumare scorte accumulate in momenti di prezzi più alti, o semplicemente per aumentare gli introiti. Con buona pace delle statistiche ministeriali che, forse, dovrebbero aggiornare i loro "panieri" di riferimento.

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