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Il cineforum
13 Ottobre 2025 - 21:40
Il Politecnico di Torino ha ospitato l'8 ottobre il secondo appuntamento di CINECUG, la rassegna cinematografica promossa dal Comitato Unico di Garanzia in collaborazione con AIACE Torino. Un'iniziativa che, dopo il successo del primo incontro lo scorso maggio, porta il cinema nell'università per aprire spazi di riflessione e dialogo su temi di attualità sociale e culturale.
La rassegna era partita a maggio con Normal (2019) di Adele Tulli, un documentario che esplora stereotipi e convenzioni di genere nell'Italia contemporanea, raccontando cosa significhino oggi le etichette di maschile e femminile. Un primo appuntamento che aveva registrato una grande partecipazione.
Per il secondo incontro è stato scelto The Circle (2017) di James Ponsoldt, un film che mette al centro il rapporto sempre più complesso tra tecnologia e vita quotidiana. La serata è stata aperta dalla presidente del CUG Alessandra Colombelli e sono intervenute la professoressa Tatiana Mazali, che insegna Ingegneria del Cinema e dei Media Digitali, e Cristina Colet di AIACE Torino.
Cristina Colet ha sottolineato come il film alterni uno stile cinematografico tradizionale a un linguaggio che ricorda quello dei social media, una scelta che rispecchia proprio i temi trattati. La professoressa Mazali ha invece evidenziato quanto The Circle, pur essendo uscito nel 2017, sia ancora attuale e per certi versi profetico. Il film infatti ha anticipato fenomeni che sarebbero esplosi di lì a poco: un anno dopo la sua uscita è nato il movimento #MeToo ed è scoppiato lo scandalo Cambridge Analytica sulla manipolazione dei dati degli utenti di Facebook, mentre nel 2019 è uscito il saggio di Shoshana Zuboff sul capitalismo della sorveglianza.
La storia raccontata in The Circle segue Mae, una giovane donna che inizia a lavorare in una potente azienda tecnologica. Attraverso le sue vicende, il film esplora come la tecnologia stia cambiando le relazioni tra le persone, il conflitto tra il desiderio di visibilità e il bisogno di privacy, e le conseguenze che tutto questo ha sulla democrazia.
Dopo la proiezione in lingua originale con sottotitoli, si è aperto un dibattito vivace con il pubblico presente. Molti hanno sottolineato quanto sia importante educare i più giovani a un uso consapevole dei social media, prima che si creino dipendenze o problemi. È emersa anche la preoccupazione per la concentrazione di potere nelle mani di poche grandi aziende tecnologiche e per come queste possano influenzare l'opinione pubblica.
Si è parlato anche di FOMO, acronimo inglese che indica la paura di essere tagliati fuori, quella sensazione che spinge molti a stare sempre connessi per sentirsi parte di qualcosa. Un tema collegato è l'illusione di vicinanza che i social media creano: ci fanno sentire in contatto con tantissime persone, ma spesso si tratta di relazioni superficiali, che non richiedono un vero scambio emotivo.
Infine è stata criticata la tendenza a semplificare tutto, anche i dibattiti su temi importanti, riducendoli a slogan o a posizioni nette e contrapposte. Questo modo di comunicare alimenta la polarizzazione e rende sempre più difficile sviluppare un pensiero critico e articolato.
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