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L'evento
17 Ottobre 2025 - 16:29
«Torino è la fabbrica d'Italia che non si arrende. Torino e il Piemonte alla ribalta del mondo. Perché questo tempo non ammette pause». Con questo messaggio carico di speranze, ma che non per questo manca di muovere numerose critiche all'Europa, il presidente dell'Unione industriali di Torino Marco Gay apre l'assemblea annuale che unisce ben 800 imprenditori del Torinese. Occasione che ha visto il saluto in videocollegamento da parte dei ministri dei Trasporti Matteo Salvini e del Made in Italy Adolfo Urso.
Si parte da un video futuristico, ma neanche tanto, quello della Torino del 2100. Sul cui cielo trafficano droni che trasportano farmaci, in cui il verde è quasi un tutt'uno con edifici minimal e decisamente poco sabaudi.
Tra una crescita, «che non è una crescita», ribadisce Gay, dello 0,5% e risorse per le imprese risicate: «Pari appena allo 0,3% del Pil su tre anni (7 miliardi di euro)». Ci sono settori che crescono sensibilmente, come quello delle cosiddette immobilizzazioni (ovvero impianti, robotica e software): cresciute del 57%. «Miliardi di euro di tecnologia nuova che pulsa intorno alla città». A cui si aggiunge il fatto che Torino è la terza città europea per investimenti in robotica.
Torino culla dei droni?
Ma l’ambizione sabauda non si ferma qui. Forse per correre ai ripari e provare a inventarsi una nuova identità: in cui invece dell’auto ci sono droni e bus a guida autonoma. «Noi vogliamo essere progetto pilota per l’Italia e la sua nuova industria. Vogliamo essere centro sperimentale - afferma Gay - per il volo dei droni in ambito civile, per il trasporto prima di merci e poi di persone. Abbiamo la competenza industriale, il know-how che viene dalla metalmeccanica, dall’automotive e dallo spazio. Ancora, vogliamo essere centro sperimentale per la medicina del futuro legata a spazio e alla ricerca applicata. L’economia dello spazio non è solo economia della difesa».
Si tratta di un mercato che secondo alcune stime varrà 40 miliardi di dollari entro il 2030. «Così che, quando, tra poco, sarà produzione di massa, noi saremo il miglior territorio dove realizzare questa industria. Abbiamo tutti gli ingredienti: la filiera è pronta, sta già lavorando e investendo».
La guida autonoma
Dopo Gay, a tenere banco è stato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, che ha dialogato con il sindaco di Torino Stefano Lo Russo sullo stato del tessuto industriale torinese, e non solo. Cirio, infatti, ne ha approfittato per mettere sul tavolo una nuova proposta all’Unione europea: quella di proporre Torino come prima città laboratorio della guida autonoma. «Se il Comune è d’accordo», aggiunge sporgendosi a chiedere un assenso non verbale al sindaco. Ha preso il via pochi giorni fa, infatti, la sperimentazione - anteprima tutta torinese in Italia - della prima navetta a guida autonoma di Gtt.
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