Cerca

la tragedia sul lavoro

Morto nel cantiere di Torino Esposizioni: «Andy lavorava in sicurezza. E' stata una sciagura»

La Cobar: «Siamo a disposizione per tutti gli accertamenti». Il cardinale Repole: «Le vittime sono sempre persone fragili e poco pagate»

Polizia e tecnici sul luogo dell'incidente. Nel riquadro, Andy Mwachoko

Polizia e tecnici sul luogo dell'incidente. Nel riquadro, Andy Mwachoko

«Nonostante Andy lavorasse con tutti i dispositivi previsti dalla sicurezza sul lavoro, questo non ha purtroppo evitato questa terribile sciagura. Dalle prime ricostruzioni, parrebbe che durante lo svolgimento di ordinarie procedure di lavoro si sia trovato accidentalmente sulla traiettoria di un supporto di un carico di materiali che ha improvvisamente ceduto colpendolo direttamente». Questo il messaggio della Cobar, la ditta che ha sede ad Altamura (in provincia di Bari) per la quale lavorava Andy Mwachoko, il 42enne originario della Nigeria, morto nell'area di Torino Esposizioni di corso Massimo d'Azeglio 17. La Cobar «si stringe intorno alla famiglia e ai cari di Andy e l’azienda, nell’esprimere il più profondo cordoglio per quanto accaduto, ed è dal primo momento a disposizione delle autorità per tutti gli accertamenti del caso. Anche per questo, i vertici dell’azienda stanno raggiungendo Torino. Non ci sono parole che possano colmare il grande vuoto e lo sgomento che casi come questo provocano in tutti noi».

Dopo il cordoglio del sindaco Stefano Lo Russo, arrivato sul posto a seguito dell'incidente, arriva anche il messaggio del cardinale Roberto Repole: «Non riusciamo a reggere il pensiero di un altro padre di famiglia morto questa mattina per l’incidente nel cantiere di Torino Esposizioni. Andy Mwachoko, 42 anni, arrivava dalla Nigeria, aveva tre figli e una moglie che non lo vedranno tornare a casa. Non abbiamo elementi - dichiara Repole - per comprendere se vi siano responsabilità in questa ennesima morte bianca a Torino, che sconvolge anche i datori di lavoro, ma scorrendo l’elenco dei caduti nei cantieri e al di là della tragedia di questa mattina è doloroso constatare che le vittime sono spesso persone fragili e poco pagate. La morte di un altro lavoratore ci impone di compiere un esame di coscienza collettivo, se il benessere di cui godiamo non sia spesso pagato soprattutto dai fragili». Sulla morte del 42enne nigeriano si esprime anche Claudio Papa, neo-segretario del sindacato edile FenealUil Piemonte: «La lunga scia di morti sul lavoro nell’edilizia piemontese è davvero inaccettabileL’ennesimo infortunio mortale, accaduto di sabato mattina in uno dei tanti cantieri finanziati dal Pnrr che si devono concludere entro il 2026, deve essere ulteriore motivo di riflessione».

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.