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19 Ottobre 2025 - 11:10
Un 62enne italiano deve difendersi dalle accuse di stalking e lesioni aggravate dall’odio razziale
Insulti e minacce, anche a tarda notte. Verso di lui, la mamma e il fratello. «Marocchini di m...a». «Sei una scrofa», riferito alla madre del testimone. E ancora: «Voi da qui ve ne dovete andare, schifosi». Succedeva in un palazzo di via Orvieto, zona Borgo Vittoria. Adesso, un uomo di origini marocchine, in aula davanti alla giudice Roberta Cosentini, ha raccontato quei fatti, in un processo nel quale il suo vicino di casa, un 62enne italiano difeso dall'avvocata Ilaria Vocaturo, deve difendersi dalle accuse di stalking e lesioni aggravate dall’odio razziale.
La situazione, in quello stabile di Torino nord, degenerava all’improvviso. Il marocchino racconta di essere stato anche spiato. L'italiano, secondo il suo racconto, andava sul balcone per capire quando il nucleo familiare di nordafricani tornava a casa. «Appena entravamo in casa, iniziava a urlare. Non abbiamo mai litigato per dei motivi precisi, non so perché tutto questo è iniziato», racconta il marocchino. Il processo riguarda anche una presunta aggressione subita dalla famiglia marocchina, dopo la quale sono intervenuti i carabinieri. L'imputato nell'ultima udienza non era in aula.
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