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Il caso
30 Ottobre 2025 - 19:56
Destinare una parte degli alloggi popolari inutilizzati ad enti pubblici come Ministero, Sanità e forze dell’ordine, per ospitare personale in trasferta. È quanto previsto dal disegno di legge presentato dall’assessore regionale alla Casa Maurizio Marrone, che ha già agitato sindacati e opposizioni. Potenzialmente, così, secondo i suoi detrattori, la proposta rischia di sottrarre alloggi alle famiglie in graduatoria, aggravando la già drammatica carenza di case popolari in Piemonte. «L’obiettivo - spiega Marrone - è fornire agli enti proprietari, come Comuni e Atc, strumenti per recuperare gli alloggi inutilizzati e in stato di degrado, per i quali mancano le risorse di manutenzione». Gli appartamenti concessi in uso resterebbero di proprietà dell’ente pubblico e, una volta ristrutturati, tornerebbero in graduatoria per l’assegnazione.
Attualmente in Piemonte il patrimonio di edilizia residenziale pubblica conta 52mila alloggi, di cui circa 5mila non assegnabili perché necessitano di interventi strutturali. Il disegno di legge prevede di destinarne fino al 20% a queste convenzioni temporanee. Le sigle degli inquilini contestano la filosofia del provvedimento: «Significa sottrarre alloggi a chi è in attesa da anni di una casa popolare». Sul fronte politico, il centrosinistra attacca la giunta. Per Vittoria Nallo (Sue), il ddl «rischia di snaturare la finalità sociale dell’edilizia pubblica». Mentre per il Pd di «sottrarre patrimonio abitativo». Duro anche Avs: «Le case popolari devono restare un bene pubblico destinato a chi è in condizione di fragilità, non una moneta di scambio politico». Mentre FdI rivendica i benefici del piano: «Consente di valorizzare il patrimonio pubblico, risanare gli alloggi, avere meno sprechi e ottenere più sicurezza nei quartieri, ma a costo zero per la Regione», sottolinea il capogruppo Carlo Riva Vercellotti.
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