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Il caso
31 Ottobre 2025 - 20:59
Della sua cittadinanza onoraria, forse non rimarrà che il poster, avanti alla stanza della consigliera comunale Pd e vicepresidente del Consiglio Ludovica Cioria, con la scritta: “Noi stiamo con Albanese”. Un messaggio chiaro di solidarietà verso la relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei Territori palestinesi occupati. Eppure, proprio intorno alla proposta di conferirle la cittadinanza onoraria di Torino, si è aperta una frattura sempre più evidente tra la maggioranza.
Su proposta di anticipare la discussione dell'atto da parte del Movimento 5 Stelle, a lunedì prossimo, questo pomeriggio in conferenza dei capigruppo si è innescata nuova tensione. Inizialmente condivisa anche da Pd e Avs, che avevano firmato l'inversione dell’ordine degli atti da discutere, adesso sembra andare in fumo. La motivazione ufficiale, di Dem e Avs, è che «ad oggi non ci sarebbero i numeri».
La capogruppo di Avs Sara Diena invita alla prudenza e a un lavoro di mediazione con tutte le forze politiche, ricordando le regole e la delicatezza dell’atto: «Il regolamento del Consiglio comunale prevede che le cittadinanze onorarie vadano conferite con i due terzi dei voti, quindi anche con quelli dell’opposizione. Come firmataria della proposta, so che rimettere questo atto al Consiglio, ad oggi, significa farlo affossare facendo così un enorme regalo alla destra e legittimando, di fatto, la campagna di screditamento e di odio nei confronti della dottoressa Albanese che viene perpetrata a livello nazionale e internazionale. Noi non vogliamo permettere che il vento di odio nei confronti di chi ha difeso e sta difendendo il popolo palestinese continui a soffiare: ma per fermarlo, dobbiamo essere consapevoli delle nostre scelte e agire con giudizio».
Una posizione condivisa da buona parte del centrosinistra, che teme di trasformare una proposta di riconoscimento e rispetto istituzionale in un caso politico divisivo. Mentre la parte più moderata della maggioranza — Demos e Moderati — si astengono. «Non parteciperemo alla discussione. Non riteniamo opportuno imprigionare nuovamente l'aula in una discussione divisiva e puramente ideologica, lontana dalle persone e dalle esigenze dei cittadini» (il rimando è alla delibera di Vuoti a rendere, ndr).
Di decisamente diverso avviso il M5S, però, che rivendica la scelta di accelerare i tempi. «Non possiamo aspettare — sostengono i pentastellati — mentre Gaza viene nuovamente bombardata e Francesca Albanese, colpita da sanzioni e attacchi personali, continua a difendere la verità e i diritti umani».
Nel frattempo, il grande poster accanto alla stanza di Cioria resta lì, a ricordare quanto, dietro alle divisioni politiche, la solidarietà verso la relatrice dell’ONU resti un sentimento condiviso.
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