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Il caso

“Noi stiamo con Albanese”, ma solo sui poster, Pd e Avs frenano sul voto della cittadinanza onoraria che avevano appoggiato

Ritirate le firme di Dem e Avs necessarie ad accelerare la mozione per la cittadinanza onoraria della relatrice Onu

“Noi stiamo con Albanese”, ma solo sui poster, Pd e Avs frenano sul voto della cittadinanza onoraria che avevano appoggiato

Della sua cittadinanza onoraria, forse non rimarrà che il poster, avanti alla stanza della consigliera comunale Pd e vicepresidente del Consiglio Ludovica Cioria, con la scritta: “Noi stiamo con Albanese”. Un messaggio chiaro di solidarietà verso la relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei Territori palestinesi occupati. Eppure, proprio intorno alla proposta di conferirle la cittadinanza onoraria di Torino, si è aperta una frattura sempre più evidente tra la maggioranza.

Su proposta di anticipare la discussione dell'atto da parte del Movimento 5 Stelle, a lunedì prossimo, questo pomeriggio in conferenza dei capigruppo si è innescata nuova tensione. Inizialmente condivisa anche da Pd e Avs, che avevano firmato l'inversione dell’ordine degli atti da discutere, adesso sembra andare in fumo. La motivazione ufficiale, di Dem e Avs, è che «ad oggi non ci sarebbero i numeri».

La capogruppo di Avs Sara Diena invita alla prudenza e a un lavoro di mediazione con tutte le forze politiche, ricordando le regole e la delicatezza dell’atto: «Il regolamento del Consiglio comunale prevede che le cittadinanze onorarie vadano conferite con i due terzi dei voti, quindi anche con quelli dell’opposizione. Come firmataria della proposta, so che rimettere questo atto al Consiglio, ad oggi, significa farlo affossare facendo così un enorme regalo alla destra e legittimando, di fatto, la campagna di screditamento e di odio nei confronti della dottoressa Albanese che viene perpetrata a livello nazionale e internazionale. Noi non vogliamo permettere che il vento di odio nei confronti di chi ha difeso e sta difendendo il popolo palestinese continui a soffiare: ma per fermarlo, dobbiamo essere consapevoli delle nostre scelte e agire con giudizio».

Una posizione condivisa da buona parte del centrosinistra, che teme di trasformare una proposta di riconoscimento e rispetto istituzionale in un caso politico divisivo. «In diversi del Pd abbiamo sottoscritto la proposta della cittadinanza onoraria a Francesca Albanese che però la proponente avrebbe deciso unilateralmente di portare in votazione senza confrontarsi con gli altri sottoscrittori, proprio mentre è in corso il confronto tra e dentro le forze politiche per garantire il necessario sostegno alla proposta. Una proposta che nasceva come condivisa fra gruppi diversi, rischia di diventare una battaglia di parte. Si finisce per piegare una figura come quella di Francesca Albanese a bandierina di una parte politica. Sembra quasi che non importi portare a casa l’obiettivo e che si preferisca un esito negativo che ovviamente diventerebbe un’occasione, l'ennesima, di polemica politica spiccia.

Per sostenere davvero, difendere, valorizzare il prezioso lavoro di Francesca Albanese come professionista e relatrice delle Nazioni Unite pensiamo che sia sbagliato portare in votazione una proposta di cittadinanza onoraria che oggi non avrebbe i numeri per essere approvata dal Consiglio Comunale. Non vogliamo dare adito ad ulteriori polemiche, malignità e strumentalizzazioni sul lavoro indipendente e libero di Francesca Albanese, né offrire un’occasione di speculazione a quanti provano quotidianamente a delegittimare le sue competenze e le sue ricerche.

Nulla cambia nel nostro sostegno alla libertà, alla giustizia e all'autodeterminazione del popolo palestinese, per cui chiediamo ancora una volta Stop al genocidio e rispetto del principio di autodeterminazione e integrità territoriale dello stato palestinese. Continueremo a presidiare il tema lavorando con atti politici, al fianco delle organizzazioni internazionali, con la cooperazione internazionale della Città di Torino, a sostegno di relatori e rapporti delle Nazioni Unite e nelle piazze con le persone che lottano per la Palestina», dichiarano i consiglieri Dem Cioria, Ledda, Tosto e Abdullahi.

Mentre la parte più moderata della maggioranza — Demos e Moderati — si astengono. «Non parteciperemo alla discussione. Non riteniamo opportuno imprigionare nuovamente l'aula in una discussione divisiva e puramente ideologica, lontana dalle persone e dalle esigenze dei cittadini» (il rimando è alla delibera di Vuoti a rendere, ndr).

Di decisamente diverso avviso il M5S, però, che rivendica la scelta di accelerare i tempi. «Non possiamo aspettare — sostengono i pentastellati — mentre Gaza viene nuovamente bombardata e Francesca Albanese, colpita da sanzioni e attacchi personali, continua a difendere la verità e i diritti umani».

Nel frattempo, il grande poster accanto alla stanza di Cioria resta lì, a ricordare quanto, dietro alle divisioni politiche, la solidarietà verso la relatrice dell’Onu resti un sentimento condiviso.

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