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LA STORIA

Mohamed: «Ho perso tutto per colpa di Zippo. Ora vivrò in una casa con la muffa»

L'egiziano è uno degli sfollati di via Nizza dopo l'esplosione del 30 giugno: «Abito a Mirafiori ma a fine novembre devo andare via»

Mohamed Ragab, 54 anni, egiziano

Mohamed Ragab, 54 anni, egiziano

«Se vedessi Zippo? Meglio se non dico cosa vorrei fare. Per colpa sua ho perso tutto: la mia casa, e pure il denaro che conservavo. E mia figlia ha rischiato la morte». Mohamed Ragab, 54 anni, egiziano, tira fuori una valigia di cuoio. Dentro ci sono fatture, qualche banconota, documenti, referti della moglie, invalida al 75%, e della figlia di sette anni che il 30 giugno, in via Nizza 389, si è vista crollare il muro addosso durante la deflagrazione. Mohamed mette i fogli su un tavolo: «Mia figlia ha ancora il disturbo post-traumatico. Ho una moglie con una grave malattia e altri due figli. Siamo cinque».

Cinque che ora vivono in via Roveda, a Mirafiori, ma il contratto di locazione è transitorio. Il 30 novembre, Mohamed Ragab e la sua famiglia dovranno lasciare la casa. «Siamo arrivati qui dopo essere stati una settimana all’Hotel Giada di via Barbera. Io lavoro al Caat di Grugliasco, ci vado col monopattino perché non ho altri mezzi, esco a mezzanotte - racconta - per andare a lavorare. E i miei figli vanno a scuola in questa zona. Il Comune? Ci ha proposto un alloggio che non va bene, in un posto lontanissimo». Mohamed scorre i messaggi nel telefono e mostra i video dell’appartamento: è alle “Torri” di corso Grosseto. Dall’altra parte della città. «C’è la muffa, la doccia non ha il box, alcune piastrelle sono rotte. Non posso portare la mia famiglia in un posto simile. E poi la nostra vita è sempre stata qui. Non ho soldi per una macchina, avevo del denaro che conservavo per il matrimonio del mio figlio maggiore. E’ andato in fumo e lui non si è sposato».
Mohamed ripercorre la notte del 30 giugno: «La mia vita è stata rovinata da un pazzo. Dormivamo, per fortuna nessuno di noi è morto, anche se mia figlia piccola è andata all’ospedale. Ora però non so cosa fare». Il palazzo era esploso e Jacopo Peretti aveva perso la vita a 35 anni. Quaranta, gli sfollati, che inizialmente avevano trovato riparo alla scuola Umberto I. Tra loro anche Mohamed. Pochi giorni dopo l’incendio è stato arrestato Gianni Zippo, 40 anni, guardia giurata, responsabile dell’esplosione. Ora Zippo è in carcere ma a causa sua un giovane è morto e altre persone non hanno più la casa. Il Comune puntualizza che «la famiglia di Mohamed ha firmato l’accettazione e quella era la sola casa disponibile, stante le numerose famiglie in lista per un alloggio». Ragab precisa: «Se non firmavo sarei stato in strada con tre bambini e mia moglie. Ma quella casa ha troppi problemi».
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