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Beneficenza animali
19 Novembre 2025 - 18:00
In Piemonte continua a crescere l’emergenza legata ai ricci, con un afflusso di cuccioli mai registrato negli ultimi undici anni. Le temperature insolitamente miti, effetto del riscaldamento globale, hanno alterato ancora una volta il ciclo riproduttivo della specie, generando un’ondata di nidiate tardive che sta mettendo a dura prova il Centro Recupero Ricci “La Ninna”, nel Cuneese.
La struttura, considerata uno dei più grandi ospedali per ricci in Europa, segnala che ogni giorno arrivano nuovi esemplari feriti, orfani o debilitati. I cuccioli richiedono alimentazione dedicata, termoregolazione, terapie e monitoraggio continuo; gli adulti traumatizzati necessitano di diagnosi, farmaci e programmi di riabilitazione intensiva. A questo si aggiunge la necessità di mantenere pienamente operativi recinti, box, lavanderia e sistemi di sterilizzazione.
Il centro lavora in uno stato di pressione crescente, complicato dal calo delle donazioni registrato negli ultimi mesi. Per far fronte all’emergenza è stata lanciata una raccolta fondi con un obiettivo preciso: 30.000 euro da raggiungere entro il 31 dicembre, necessari a coprire tre mesi di spese straordinarie tra personale aggiuntivo, manutenzione, sostituzione delle casette, attrezzature e acquisto di cibo e farmaci.
Il Centro “La Ninna”, cresciuto negli anni grazie al sostegno dei cittadini, è impegnato a mantenere standard di cura elevatissimi e un tasso di mortalità molto basso. Lì trovano assistenza anche i ricci non più reintroducibili in natura: per loro sono predisposte strutture dedicate con monitoraggio veterinario e ambienti arricchiti.
Parallelamente all’emergenza, il centro continua a pubblicare aggiornamenti settimanali sui social, rendendo trasparenti numeri, spese e rilasci. L’appello resta aperto: di fronte a un autunno segnato da un’anomalia climatica sempre più evidente, ogni contributo può trasformarsi in cure, rifugi sicuri e nuove liberazioni in natura.
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