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La sanità

Prestazioni nel week-end “doppiate”: record o rattoppo?

Ieri l’annuncio da parte dell’assessore alla Sanità Riboldi: «Raggiunta quota 200mila visite»

Ecco come cambia la sanità in Circoscrizione 5

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Duecentomila prestazioni aggiuntive. Effettuate di sabato, domenica, e negli orari serali. Insomma, in qualunque slot disponibile fuori dai soliti orari in cui operano gli ambulatori. Un target che è costato alla Regione Piemonte 40 milioni di investimenti aggiuntivi e l’impiego di più di 5mila operatori sanitari. Ma ne è certo l’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi: è «la via giusta» per potere combattere - e vincere - l’annosa guerra alle liste d’attesa.
«Una soglia che vuol dire portare nell’alveo del servizio sanitario nazionale centinaia di migliaia di persone», dice l’assessore. E che sarebbe valsa il “bacio accademico” da parte del ministro della Sanità Orazio Schillaci sul «modello Piemonte virtuoso». «Tanto che il ministro ha invitato le altre Regioni a seguirci», afferma Riboldi.

L’annuncio arriva però in un momento di tensione. Dopo il caso delle prenotazioni “fantasma” nel cuneese - slot fissati il 25 dicembre o a mezzanotte, segnalati da Avs - la Regione aveva attribuito il fenomeno a un’anomalia locale. Secondo i dati diffusi, i casi irregolari sarebbero stati circa 28mila su 971mila prenotazioni totali, meno del 3%, concentrati nelle Asl Cn1 e Santa Croce e Carle. Resta però aperto il tema delle condizioni contrattuali dei professionisti coinvolti nelle prestazioni aggiuntive. La bozza di rinnovo del contratto nazionale per dirigenti medici e sanitari - 137mila lavoratori tra medici, veterinari, biologi, fisici, psicologi e altre figure — non fornisce indicazioni su orari, ferie e compensi extra. E questo mentre gli ospedali si preparano, secondo Simeu, a una nuova “tempesta perfetta” a gennaio: la scadenza di molti contratti dei medici a gettone rischia di lasciare scoperte aree critiche dell’emergenza-urgenza.

Nonostante il rilevante lavoro di fino per ridurre il ricorso ai gettonisti, che avrebbe portato a un calo del 30% e l’azzeramento del Mauriziano nel ricorso ai gettonisti, con risparmi importanti - tra le altre cose - «utili alla bonifica del fiume Lanza», aveva spiegato lo stesso Riboldi una settimana fa. Ma il sistema continua a mostrare fragilità. Da un lato il risultato - doppiato - delle prestazioni extra, dall’altro la strutturale difficoltà a rendere il sistema sanitario pubblico attrattivo per i professionisti. Lo sottolineano anche i temi rimasti irrisolti: il nodo dei compensi, su cui molti sindacati segnalano un crescente disallineamento tra carico di lavoro e retribuzione reale e l’ipotesi dell’introduzione della responsabilità civile ai medici, in caso di danni ai pazienti. La Regione punta ora sull’autonomia differenziata - la cui pre-intesa è stata firmata la scorsa settimana - per ottenere più margine di spesa e introdurre incentivi mirati, soprattutto nelle aree montane.

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