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La viabilità

Bus in ritardo? Da gennaio potremo sapere perché

Gtt si prepara alla svolta Ia con 500 "banchine intelligenti"

La foto inviata dal nostro Amico Reporter

Attese interminabili alle banchine dei mezzi pubblici con il bus o il tram che non arriva mai. Senza alcuna indicazione. Senza sapere se conviene imboccare un percorso diverso, con un altro mezzo, o magari salire in sella a una bici o un monopattino. Ma dal prossimo anno qualcosa potrebbe cambiare. A questo, infatti, vuole porre rimedio il nuovo piano di digitalizzazione di 500 fermate Gtt annunciato stamattina dall'assessora alla Mobilità Chiara Foglietta, in commissione consiliare.

Cosa vuol dire? Che sulla nuova fermata non ci saranno semplicemente le informazioni in tempo reale, come avviene già in 350 fermate cittadine con display che mostrano gli orari in tempo reale grazie a un collegamento satellitare. "Ma una digitalizzazione più interattiva", spiega Foglietta. Per esempio: se il pullman che si attende alle 8.18 passa improvvisamente con orario atteso alle 8.40, finalmente potremo sapere perché. Viene spiegato il motivo: un guasto, un incidente, un fuori servizio. Ma questo è solo uno degli scenari. "L'intento è far sì che la comunicazione con l'utenza non sia passiva, ma più interattiva", continua Foglietta, rivendicando come l'obiettivo sia possibile anche grazie al premio di cui Torino ha goduto nel 2025: iCapital, capitale dell'innovazione.

Oltre a una targa, infatti, un milione di euro alla città che, tra le altre cose, renderanno possibile la digitalizzazione delle 500 fermate (circa il 14% delle totali, 3.550) grazie anche al cofinanziamento di Gtt.

Ma l'incontro di stamattina è stato anche occasione per presentare il bilancio di previsione dell'assessorato alla Mobilità che annovera un fitto elenco di progettualità.

Tra di loro spiccano Prassereia 5G for Lives: l'uso di droni 5G per monitorare frane e inondazioni in aree collinari (da circa 60.000 euro); Amazing 6G: 14 casi d'uso sperimentali in sanità, energia, sicurezza e trasporti (circa 160.000 euro nel prossimo triennio); Climagen: rigenerazione e rinaturalizzazione dei quartieri vulnerabili (circa 600.000 euro complessivi); robotica collaborativa nei musei (circa 90.000 euro). In quest'ultimo caso "come supporto, non sostituzione, al personale", precisa infine Foglietta.

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