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Barriera, spara al negozio del barbiere: arrestato dopo più di un anno

L'autore dell'agguato ha 23 anni. Alla base del gesto un tradimento commesso durante una vacanza in Calabria

La polizia scientifica effettua i rilievi al negozio di via Paisiello

La polizia scientifica effettua i rilievi al negozio di via Paisiello

Un bacio “galeotto” dato a un’altra ragazza durante una vacanza in Calabria. Da lì gli insulti e le minacce, andate avanti per settimane, tra il “traditore” e l’allora fidanzata, cugina del barbiere di via Paisiello e accecata dalla gelosia dopo i fatti. Fino alla sera dell’agguato, il 7 settembre 2024, quando il “traditore”, Daniel Guerra, 23enne di Settimo con alle spalle dei piccoli precedenti, aveva esploso sette colpi di pistola sforacchiando la vetrina del “Barber Shop Andrea”. Dove appunto lavora la giovane che sarebbe stata tradita. «Non so perché l’hanno fatto, abito in zona e ho il negozio da trent’anni, tutti mi conoscono in questo quartiere», erano state le prime parole di Andrea Buongiorno, titolare della barberia, dopo i fatti.

Dopo più di un anno di indagini, gli agenti della Squdra mobile, guidati dal dirigente Davide Corazzini, hanno individuato e arrestato l’autore di quell’agguato, al quale è stata applicata l’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari: Daniel Guerra è indagato per minacce aggravate dall’uso delle armi, per la detenzione e per avere portato in pubblico armi da sparo. Come detto, alla base dei dissidi che poi hanno portato alla sparatoria contro il barber shop ci sarebbe stato un tradimento avvenuto nell’estate 2024 in Calabria. Dove stavano trascorrendo le vacanze la ragazza della famiglia dei titolari del locale e il 23enne. Una vicenda che vede come protagoniste tutte persone di origine calabrese. Compreso Andrea Buongiorno, che del “Barber Shop Andrea” di via Paisiello 70 è titolare e che non credeva ai propri occhi quando la mattina dopo aveva alzato la saracinesca dell’esercizio. Buongiorno, i colpi li aveva sentiti, ma non pensava che provenissero da una pistola. «Sembravano dei petardi, anche perché nel quartiere qualcuno ogni tanto ne spara. Ma dopo il terzo colpo - aveva raccontato il titolare la mattina successiva all’agguato - ho capito che si trattava di una pistola». Sul posto era arrivata la polizia, con la Scientifica che aveva effettuato i rilievi e raccolto i reperti. In via Paisiello, la mattina successiva alla sparatoria (i colpi erano stati esplosi alle 21) c’erano i bossoli sull’asfalto. Nessuno era rimasto ferito perché il negozio era chiuso, e non c’erano persone in strada in quel momento. A sparare era stato un soggetto in motocicletta. Sette colpi e poi la fuga per le vie buie di Barriera. Un anno e tre mesi dopo l’agguato, quell’autore è stato individuato e arrestato.

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