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Alta tensione a Torino
19 Dicembre 2025 - 18:12
Gli idranti usati per sgomberare il presidio di Askatasuna
La scelta dell’amministrazione sul patto di collaborazione di corso Regina 47 lo rivendica senza tentennamenti: "è stata coraggiosa e lungimirante", ha provato a sbloccare una vicenda rimasta congelata per quasi trent’anni e mai realmente affrontata ("nessuno aveva mai potuto o voluto", le sue esatte parole)dalle amministrazioni precedenti.
Con un videomessaggio sui suoi canali social il primo cittadino di Torino Stefano Lo Russo rompe gli indugi a poco più di 24 ore dallo sgombero dello stabile storico fortino del Centro sociale Askatasuna. Bandiera di parte dei Pro Pal e del movimento No Tav.
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Per il primo cittadino, far finta di nulla non era un’opzione: avrebbe significato rinunciare alla responsabilità di governo e alla tutela di un bene comune. Da qui la scelta di percorrere una strada nuova, "consapevolmente complessa, distinta – sottolinea – dai procedimenti giudiziari, che continueranno a seguire il loro corso". La politica, rivendica il sindaco, risponde a logiche diverse: amministrative, sociali, collettive.
Una difesa netta del metodo, ma accompagnata da una condanna di ogni episodio di violenza avvenuto durante o a margine delle manifestazioni degli ultimi mesi. In particolare, gli attacchi alle sedi dei giornali vengono definiti inaccettabili, perché colpiscono presidi fondamentali di democrazia e libertà. Nessuna ambiguità, assicura: la violenza non è mai giustificabile.
Il sindaco richiama poi un principio cardine dello Stato di diritto: le responsabilità penali sono individuali e non collettive. Un passaggio che suona anche come risposta alle polemiche politiche e alle richieste di letture generalizzate del fenomeno. L’obiettivo dichiarato resta quello della coesione sociale, contro una narrazione alimentata da strumentalizzazioni e paure.
Nel finale, il messaggio si fa più politico. Torino – medaglia d’oro della Resistenza prende le distanze dall’impostazione culturale del Governo nazionale e rivendica la propria autonomia di visione. "Torino dissente profondamente dalle scelte e dall'impostazione culturale di questo Governo. Proprio per questo l'amministrazione che rappresento non intende modificare le proprie priorità, né cambiare approccio". "Non si accettano strumentalizzazioni. La vera sfida è unire e non dividere", aggiunge.
Nessun cambio di rotta, dunque: l’amministrazione continuerà a puntare su confronto e partecipazione, guardando al futuro di corso Regina 47 come a uno spazio a vocazione pubblica e sociale, aperto al quartiere e orientato a inclusione, servizi e attività culturali.
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