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Alta tensione a Torino

Aska, Lo Russo difende il patto e attacca il Governo: “Non era possibile far finta di niente”

Scelta coraggiosa per sbloccare un nodo trentennale: il sindaco di Torino rompe gli indugi

Gli idranti usati per sgomberare il presidio di Askatasuna

Gli idranti usati per sgomberare il presidio di Askatasuna

La scelta dell’amministrazione sul patto di collaborazione di corso Regina 47 lo rivendica senza tentennamenti: "è stata coraggiosa e lungimirante", ha provato a sbloccare una vicenda rimasta congelata per quasi trent’anni e mai realmente affrontata ("nessuno aveva mai potuto o voluto", le sue esatte parole)dalle amministrazioni precedenti.

Con un videomessaggio sui suoi canali social il primo cittadino di Torino Stefano Lo Russo rompe gli indugi a poco più di 24 ore dallo sgombero dello stabile storico fortino del Centro sociale Askatasuna. Bandiera di parte dei Pro Pal e del movimento No Tav.

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Per il primo cittadino, far finta di nulla non era un’opzione: avrebbe significato rinunciare alla responsabilità di governo e alla tutela di un bene comune. Da qui la scelta di percorrere una strada nuova, "consapevolmente complessa, distinta – sottolinea – dai procedimenti giudiziari, che continueranno a seguire il loro corso". La politica, rivendica il sindaco, risponde a logiche diverse: amministrative, sociali, collettive.

Una difesa netta del metodo, ma accompagnata da una condanna di ogni episodio di violenza avvenuto durante o a margine delle manifestazioni degli ultimi mesi. In particolare, gli attacchi alle sedi dei giornali vengono definiti inaccettabili, perché colpiscono presidi fondamentali di democrazia e libertà. Nessuna ambiguità, assicura: la violenza non è mai giustificabile.

Il sindaco richiama poi un principio cardine dello Stato di diritto: le responsabilità penali sono individuali e non collettive. Un passaggio che suona anche come risposta alle polemiche politiche e alle richieste di letture generalizzate del fenomeno. L’obiettivo dichiarato resta quello della coesione sociale, contro una narrazione alimentata da strumentalizzazioni e paure.

Nel finale, il messaggio si fa più politico. Torino – medaglia d’oro della Resistenza prende le distanze dall’impostazione culturale del Governo nazionale e rivendica la propria autonomia di visione. "Torino dissente profondamente dalle scelte e dall'impostazione culturale di questo Governo. Proprio per questo l'amministrazione che rappresento non intende modificare le proprie priorità, né cambiare approccio". "Non si accettano strumentalizzazioni. La vera sfida è unire e non dividere", aggiunge.

Nessun cambio di rotta, dunque:  l’amministrazione continuerà a puntare su confronto e partecipazione, guardando al futuro di corso Regina 47 come a uno spazio a vocazione pubblica e sociale, aperto al quartiere e orientato a inclusione, servizi e attività culturali

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