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L'evento

Il bilancio del governatore Cirio: sanità, Asti-Cuneo e Mirafiori

Tra gli obiettivi raggiunti dal presidente l'approvazione del piano sanitario e la riapertura dell'autostrada: «Ma dovrei stare più coi miei figli»

Alberto Cirio

Alberto Cirio

Più clemente con sé stesso in quanto presidente, un po’ meno da “persona e papà”: «Dovrei passare più tempo coi miei figli», ammette.

Il bilancio del governatore della Regione Piemonte Alberto Cirio guarda con ottimismo al nuovo anno e un po’ si dà una pacca sulla spalla segnando gli obiettivi raggiunti. Lo racconta nell’ultima riunione del Consiglio regionale di lunedì scorso, in cui presenti per la Giunta anche l’assessore alla Sanità Federico Riboldi e quello alle Politiche Sociali Maurizio Marrone.

Il duo meloniano che in quest’anno ha portato a casa (con l’approvazione di lunedì scorso) il nuovo Piano socio-sanitario regionale. Un motivo per ritornare a vita privata forse un po’ più serenamente prima della pausa natalizia.

«Abbiamo mantenuto un impegno elettorale. Erano 30 anni che in questa regione si gestiva la sanità senza avere un quadro completo di come invecchiavano le persone, quanti ne vivevano in città e quanti fuori, quali erano le malattie più rare e quelle più frequenti. Oggi c’è un piano, che ci aiuta a restituire il diritto alla salute alle persone», annuncia soddisfatto Cirio, rivendicando il lavoro del suo assessore alla sanità: «Per la prima volta chiudiamo un 2025 in cui i dati relativi alle liste d'attesa stanno diminuendo», afferma. E la speranza è che la «mappa di navigazione» del Piano sanitario possa aiutare a consolidare il trend.

Dentro questo bilancio «di grande lavoro», nonché «grande fatica», c’è poi la prossima apertura dell’AstiCuneo, lunedì a mezzanotte. Allo scoccare di martedì 30, cioè, l’autostrada che il Piemonte attende da 30 anni sarà percorribile in tutta la sua lunghezza «ed entro aprile sarà anche raddoppiata (garantendo le 8 corsie complessive)». Questo è un risultato storico che premia anni di lavoro e fatica, spiega il governatore.

Parole buone anche nel - pur piangente - comparto automotive - dove Cirio gongola per il secondo modello a Mirafiori e le oltre 400 nuove assunzioni di operai, in fabbrica a partire da febbraio. «Quando sono diventato presidente Mirafiori viveva in una situazione che non aveva chiare la sua identità e le sue prospettive. Noi - spiega Cirio - le abbiamo scritte in un contratto, un “deal” come dicono quelli che parlano difficile, firmato dal Comune di Torino, da me e dall'azienda e oggi abbiamo 140mila veicoli in previsione per il 2026, quando nel 2025 sono stati meno di 30 mila». «Ecco - continua il presidente della Regione - questi elementi li voglio portare come esempio di problemi che si sono risolti. Ne rimangono tanti, ne siamo consapevoli, ma siamo convinti che la strada tracciata è giusta e quindi nel 2026 continueremo su questa direzione», conclude.

Tra i nodi da affrontare a partire da gennaio, infatti, ci saranno l’approvazione della legge di Bilancio, nonché l’emendamento della Lega al Cresci Piemonte, per garantire - entro la fine del prossimo anno - l’approvazione del nuovo Piano Regolatore torinese. Impossibile, quindi, abbassare la guardia.

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