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il reportage

Nella fabbrica-horror dov'è morto Mostafa: dentro ci sono 20 clochard

A inizio mese un rogo e due intossicati. Anni fa, lo stupro di una ballerina. Ma non c’è un progetto di rilancio per l’ex Osi-Ghia

Il punto dov'è stato ritrovato il senzatetto

Il punto dov'è stato ritrovato il senzatetto

Vuoto? Per niente. «Qui dormono venti persone, noi uomini siamo 18, poi ci sono due donne: un’italiana originaria di Napoli e una marocchina». A parlare sono i senzatetto che hanno trovato riparo nel rudere dell’ex Osi-Ghia di corso Dante, lo stabilimento che è sì abbandonato ma che, evidentemente, è tutt’altro che vuoto. Anzi è stra-abitato, perché oltre al povero Mostafa, il senza fissa dimora marocchino trovato senza vita, parecchi altri “invisibili” popolano il maxi-edificio di fronte alla sede dell’Atc.

Il 2 dicembre scorso, sul posto diventato ritrovo di tossici e disperati erano intervenuti i pompieri: due senzatetto erano rimasti intossicati e trasportati al vicino ospedale Mauriziano. Un incendio che era scoppiato alle prime luci dell'alba e che aveva richiesto l’intervento di diverse squadre dei vigili del fuoco, che avevano impiegato anche l'autoscala per effettuare le operazioni. A chiamare i soccorsi erano state alcune persone che avevano visto fuoriuscire fumo dal tetto del rudere. Le fiamme erano al primo piano dove abita la maggior parte dei clochard in quello che un tempo era un edificio industriale ma che da più di dieci anni è abbandonato.

Del capannone post-industriale ex Osi-Ghia, purtroppo, nessuno sa che farsene. Non l’attuale proprietaria, la Nicher Real Estate oggi in liquidazione. Il complesso era sorto negli anni ‘60 come uno dei tanti ingranaggi dell’allora oliata “macchina Fiat”. Ma oggi la vegetazione ha in parte avuto la meglio, trasformando il vecchio accesso in una giungla urbana, senza vita. Tuttavia, se ci si addentra, di vita ce n’è eccome. Panni appesi, materassi, pentole sul davanzale della finestra del piano superiore. E i disperati entrano ed escono. Anni fa, era stata sequestrata e stuprata un’ex ballerina ed era stato rapinato e seviziato un 37enne.

Nel 2009 era stata disposta la bonifica del complesso da più di 50mila metri quadrati e nel settembre 2011 (con variante del Piano regolatore), il Comune aveva aumentato la porzione a destinazione residenziale, per andare incontro all’allora proprietario: “A seguito della difficoltà incontrata nella commercializzazione degli interventi, in particolare quelli di carattere produttivo e commerciale, oltre che dagli ingenti investimenti necessari”, recitava il carteggio ufficiale. Anche in quel caso, nulla di fatto. Nel 2012 venne annunciato l’eco-campus dell’Istituto europeo di design poi sorto, invece, in corso Marconi. Nei dieci anni successivi, nulla si è più mosso: «Nicher è in liquidazione e non risultano richieste di nuove progettualità», era stata la risposta dell’assessore Mazzoleni, in Sala rossa, alle interpellanze presentate dai consiglieri Firrao e Castiglione.

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