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IL BORGHESE
04 Aprile 2023 - 07:30
Lo ammetto, la bici gialla e blu di ToBike mi mancherà. L’ho usata un po’ per sfizio e un po’ per necessità un sacco di volte. Mi piaceva il contesto della stazione, il vederle lì, immobili come se mi aspettassero, anche se all’inizio litigavo per sganciarle dal piedistallo a causa di una tecnologia che ai tempi (parliamo di più di dieci anni fa) non era così fruibile e immediata.
Ora scopro che entro l’estate le 120 stazioni create in città (non avrei mai pensato che fossero così tante) saranno smantellate per far posto a parcheggi, “archetti” per biciclette private e qualche tratto di marciapiede che ToBike si era mangiato per necessità. In fondo una sconfitta per questa Torino che allora sembrava all’avanguardia quasi quanto una città del nord d’Europa e che oggi deve ammettere di essere vittima dei balordi, dei ladri e soprattutto dei vandali. Quelli che l’anno scorso si sono rubati quasi mille biciclette riducendo le stazioni in avamposti del degrado. Chiedersi dove siano finite queste due ruote è quasi retorico: un bel numero sono finite nel Po, altre in qualche scantinato, qualcuna gira indisturbata con una mano di vernice a camuffarla.
La prova, l’ennesima di una inciviltà che ora si sfoga su altri modelli più recenti e tecnologici. Quelli, per intenderci diversamente colorati che (e lo dico per esperienza) costano assai di più per qualche minuto di noleggio. Come dire che ToBike ha aperto il mercato e poi è stato sconfitto da monopattini e bici elettriche, prima di essere sepolto insieme ad un progetto che altrove, specie al Nord, garantisce un servizio efficiente. Aggiungendo un particolare che non ci fa onore: lassù dove la bici è un culto vero, nessuno oserebbe mai distruggere un bene comune che permette mobilità e soprattutto libertà.
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