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L'iniziativa in via Madama Cristina
25 Aprile 2023 - 06:40
Barbara accanto al cartello affisso per "difendere" i negozi da furti e spaccate
Ora i negozi si mettono in proprio contro l’ondata di spaccate: Barbara, titolare di un negozio di parrucchiere in via Madama Cristina, ha “arruolato” una guardia volontaria per pattugliare il suo tratto di strada. Una vera e propria ronda notturna: «Ho ricevuto telefonate spaventate da colleghi vicino a me, che avevano subito spaccate come me - ripercorre la commerciante - Nelle ultime settimane ci saranno stati cento furti, considerando anche quelli che non sono stati denunciati: purtroppo molti pensano che non serva a niente perché poi tanto li prendono o li liberano subito. Però bisognava fare qualcosa contro questa raffica di colpi. E io ho deciso di lanciare lo slogan “i negozi non si toccano”, che ho scritto anche sulla mia vetrina. Poi ho deciso di partire con la ronda volontaria per tutelare il mio quartiere».
Si presenta Bruno, la guardia cui si è rivolta la commerciante di via Madama Cristina: «Sono un ex militare addestrato, congedato da sergente. Poi ho fatto una serie di altri lavori e ora sono un lavoratore autonomo, quindi riesco a gestirmi la ronda dalle 1 alle 6.30. Piantono davanti al portone del negozio e cerco di spostarmi per circa un chilometro, coprendo 60-70 negozi. Sono disarmato, a parte un tubo di ferro che tengo a portata di mano in caso di necessità».
Bruno, la guardia volontaria "arruolata" per difendere via Madama Cristina, a Torino
Come sta andando? «Una settimana fa ho subito un agguato mentre ero appoggiato al portone accanto al negozio: erano le 4 di mattina e ho visto un uomo incappucciato, cui ho fatto segno di allontanarsi. Però ha fatto il giro dell’isolato ed arrivata da dietro come una pantera: mi ha dato un calcio al costato, io l’ho afferrato per le spalle e siamo caduti. Gli ho dato una testata e l’ho fatto sanguinare, lui è riuscito sgusciare e scappare. Poi ho scelto di non chiamare il 112 perché non sarei riuscito a descrivere quell’uomo. E chissà quando sarebbero arrivati i poliziotti: qualche giorno prima avevo telefonato e li ho visti soltanto dopo 27 minuti».
Quindi la guardia volontaria approfondisce il ragionamento: «Questi episodi sono solo l’effetto: la “radice del male” è l’esasperazione sociale, con la violenza diventata una necessità. Una sorta di lotta di classe, dove il debole si trasforma in delinquente alternativo per sopravvivere. La mia teoria è che questi balordi siano papà disoccupati, studenti senza reddito, immigrati non integrati». Anche Barbara lascia trasparire tutta la sua frustrazione: «La nostra iniziativa è parziale e non risolutiva ma è già qualcosa perché c’è tanta paura tra i commercianti. In via Madama ci impegniamo tanto di giorno ma poi di notte c’è il deserto e si rischia di tutto».
Le dà manforte Bruno: «Perché non interviene nessuno? È il loro dovere, non dovrei essere io a fare questo lavoro: noi ci ritroviamo soli e abbandonati contro questo fenomeno. Faccio appello al governo Meloni e alle istituzioni locali perché in Italia ci sono 10 milioni di persone sotto la soglia della povertà: se non si fa qualcosa sarà sempre peggio. Serve politica di integrazione altrimenti, in 4 o 5 anni, le città diventeranno veri e propri ghetti». A meno di continuare a fare le ronde e moltiplicare le guardie: «Mi sono trasformato in guardia notturna ma ho già il mio lavoro, penso che in estate smetterò: spero che bastino telecamere e maggiori controlli delle forze dell’ordine. Sperando che i politici intervengano».
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