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Emergenza immigrazione
28 Aprile 2023 - 10:00
Profughi arrivati a Oulx e pronti a tutto per varcare il confine con la Francia
Attiravano i “clienti” offrendo un servizio completo: dal loro Paese africano a Lampedusa. Poi a Torino e Oulx, in direzione della Francia e di altri Paesi europei. E in cambio chiedevano soldi o prestazioni sessuali. Ma rivelavano il prezzo del servizio solo alla fine del viaggio, in modo che fosse impossibile sottrarsi al racket: per questo 25 persone sono accusate di traffico di esseri umani dalla Squadra mobile di Catania, che da 2 anni portava avanti l’operazione “Landayà”.
Operazione Landayà
Nella lingua dioula, parlata in Burkina Faso, Costa d’Avorio e Mali, Landayà significa “fiducia”. Mal riposta, a quanto pare: nelle scorse ore i poliziotti catanesi, con l’aiuto dei colleghi di Torino, Asti, Cuneo, Genova, La Spezia, Pavia, Savona e Rimini, sono hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto 17 delle 25 persone destinatarie del decreto emesso dal pubblico ministero. Altre 8 non sono state rintracciate perché risultano all’estero.
Sono tutti accusati di associazione a delinquere aggravata e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Tra i fermati, tutti stranieri regolari, anche un mediatore culturale: aveva il compito di visionare i migranti, per poi contattarli per i viaggi della speranza.
La cellula torinese
L’indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, è iniziata nel gennaio 2021 grazie a una minorenne straniera arrivata da sola al porto di Augusta (Siracusa) e accolta in un centro d’accoglienza di Catania. In realtà la ragazza stava seguendo le indicazioni ricevute in Libia: una donna si era presentata come sorella di una persona che, una volta in Italia, le avrebbe garantito di arrivare in Francia. E, infatti, la minorenne era riuscita a scappare dalla strutture d’accoglienza e ad affidarsi al suo presunto “salvatore”. Il quale, grazie a lui e alla sua organizzazione, le ha permesso di arrivare in Francia.
Ma gli spostamenti della ragazzina hanno attirato l’attenzione degli investigatori: grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno scoperto che il gruppo aveva basi fra Costa d’Avorio, Guinea, Mali e Burkina Faso, da dove provenivano anche i “clienti”.
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Ma aveva cellule operative in Italia: le principali, collegate fra loro, erano a Torino, Genova e Ventimiglia, al confine con la Francia. E ognuna aveva compiti specifici C’erano poi altre due persone che facevano da “cerniera” tra i gruppi, sempre disponibili a intervenire per garantire il passaggio del confine per i clienti.
«A Torino, in particolare, c’erano 7 persone che fornivano un consistente appoggio logistico per il transito di questi migranti - entra nel merito Francesco Messina, ex questore di Torino e oggi direttore centrale anticrimine della polizia - Assistevano e gestivano i migranti in tutto e per tutto, anche quando venivano respinti 4 o 5 volte».
A Torino c'erano 7 persone che assistevano e gestivano i migranti in tutto e per tutto, anche quando venivano respinti 4 o 5 volte
Francesco Messina, ex questore di Torino e attuale direttore centrale anticrimine della polizia
Le tariffe per la tratta
Le tariffe per i servizi dipendevano dagli accordi e dalla lunghezza del viaggio: da 200 euro per un semplice passaggio di confine a 1.200 per viaggi in macchina, treno, a piedi per sentieri di montagna. Il “pacchetto completo” comprendeva anche documenti e patenti falsi, green pass, ospitalità nel Paese di destinazione.
Sopra, fermo immagine di un video della polizia che ha accertato i pagamenti per il traffico di esseri umani
Alla fine il giro d’affari dell’organizzazione è stato stimato in circa 800mila euro, come dimostrano i movimenti sulle Poste Pay utilizzate dai membri. Dalle intercettazioni, però, è emerso anche che in molti casi i trafficanti di esseri umani riscuotevano anche prestazioni sessuali.
Sbarchi quadruplicati
Nelle stesse ore l’emergenza immigrazione torna a far paura, stretta fra i numeri degli arrivi e le decisioni politiche. Il punto di partenza è il “cruscotto” del Ministero dell’Interno, che calcola 39.492 migranti sbarcati dal 1° gennaio al 27 aprile 2023 contro i 9.892 dello stesso periodo del 2022. Quindi quattro volte tanto, come dimostra la situazione nei centri di accoglienza: il grande hotspot di Settimo è già pieno e la Prefettura di Torino ha lanciato un bando da 480 posti.
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Ieri il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha proposta di favorire l’accoglienza diffusa dei migranti durante la Conferenza delle Regioni con i governatori, il ministro della Protezione Civile Nello Musumeci e Valerio Valenti, neo commissario per l’emergenza immigrazione. Inoltre saranno potenziati gli hotspot in Calabria e Sicilia. Ma ci sarà anche un tavolo di coordinamento permanente tra il commissario e le Regioni, sul modello dei profughi ucraini.
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Aumentano i gendarmi
Nelle stesse ore la Francia ha annunciato il “pugno duro” contro i migranti che arrivano dall’Italia, visto che sono previsti 150 agenti della gendarmeria in più al confine: «Ci aspettiamo un “tappo” iniziale ma poi i migranti troveranno un modo per passare - considera Paolo Narcisi, presidente di Rainbow 4 Africa, l’associazione che gestisce il rifugio di Oulx, ultima tappa delle migrazioni che passano per l’Italia - Però temiamo un minore rispetto dei diritti umani con maltrattamenti, percosse e furti. E più controlli significa più pericoli per profughi e soccorritori, visto che in montagna fa ancora freddo e
«Ci aspettiamo un “tappo” iniziale ma poi i migranti troveranno un modo per passare. Più controlli significa più pericoli per loro e per i soccorritori
possono esserci valanghe».
La situazione a Oulx
Il rifugio Fraternità Massi di Oulx ospita da anni persone in fuga dal Paese di origine e dirette verso la Francia. In certi periodi è arrivato a gestire 2mila passaggi al mese: «Ora il “traffico” è leggermente ridotto, come tutti gli anni in questo periodo - stima Narcisi - Invece dei soliti 60-70, ieri sera erano 46».
A stupire sono le nazionalità: «Ora stiamo ricevendo meno persone dalla rotta balcanica perché, secondo i nostri contatti, vanno in Svizzera. Lì, se ti trovano, danno un foglio di espulsione che obbliga a uscire in qualunque frontiera». In pratica sono autorizzati ad andare in Francia o Germania: «Intanto stanno aumentando ceceni e russi, che scappano con la famiglia per evitare di andare al fronte.
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Poi sta crescendo la componente africana: ora arrivano tanti dal Camerun, dov’è in corso una pulizia etnica della componente anglofona. Nel giro di qualche mese ci aspettiamo molti arrivi dal Sudan, dove c’è un conflitto che sicuramente creerà problemi a livello internazionale. E pensare che, a quanto pare, armiamo e facciamo istruzione militare alle milizie che combattono contro l’esercito. Intanto la guerra in Ucraina ha fatto aumentare l’emigrazione dall’Egitto, tra i più grandi acquirenti di grano ucraino: stanno vivendo problemi economici e di fame anche lì».
Migranti in arrivo al rifugio di Oulx
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