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BRACCIO DI FERRO
01 Giugno 2023 - 19:10
La marcia per la salute pubblica dello scorso sabato
Dopo la “marcia” organizzata, lo scorso sabato, dal Comitato per la difesa del diritto alla salute e alle cure, la trattativa con la Regione è cominciata con un primo risultato incassato dai sindacati su uno dei fronti più “caldi” per la sanità: le nuove assunzioni che continuano a mancare in tutte le Asl nonostante la disponibilità di almeno 50 milioni di euro da destinare al rafforzamento del personale. «E non per chiudere i bilanci in negativo che si trascinano da anni» spiegano i rappresentati della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil insieme con Fials, Nursind e Nursing Up.
Il primo vertice si è consumato mercoledì pomeriggio al grattacielo della Regione dove è stato creato un “tavolo di confronto” o meglio, come dicono i sindacati, «un vero e proprio osservatorio a cui prenderanno parte anche tutti i direttori generali delle Asl, che li vincoli a spendere tutte le risorse a disposizione per le assunzioni di personale» rivendicano le parti sociali. «Lo abbiamo voluto e lo abbiamo ottenuto dopo che, nei giorni scorsi, avevamo denunciato il sistema della gestione di queste risorse. Un sistema a completo appannaggio delle logiche di bilancio che penalizza i lavoratori e di conseguenza limita l’ampliamento dell’offerta sanitaria rivolta ai cittadini». Il governatore Alberto Cirio e l’assessore Luigi Icardi hanno sottoscritto l’intesa. «Da adesso in poi, quindi, i direttori generali dovranno rendicontare, in una triangolazione che vede presenti la Regione e le organizzazioni sindacali in un confronto costante, l’impiego di tute le risorse a disposizione per le assunzioni, la programmazione delle reinternalizzazioni dei servizi sanitari dati in appalto, i percorsi di stabilizzazione dei precari e l’utilizzo fino al completo esaurimento di tute le graduatorie esistenti disponibili».
Ora si apre la “seconda fase” della trattativa su cui si gioca «una partita centrale rispetto le vertenze da noi messe in campo in questi mesi e verso cui la Regione deve dare risposte certe e soddisfacenti». Il prossimo 19 giugno sarà convocato il “tavolo politco” con gli stessi attori presenti nell’incontro di mercoledì, per definire una volta per tutte il numero di assunzioni che dovranno essere effettuate nei prossimi mesi, ovviamente oltre la copertura del “turnover”, per iniziare il percorso di recupero della perdita di professionisti del nostro servizio sanitario in questi ultimi undici anni. «Per quella data non accetteremo presentazioni tese a fare “melina” e non accetteremo dei “pagherò”» concludono i sindacati. «Noi abbiamo idee molto chiare in merito alla tutela del personale e a del servizio universalistico per l’accesso alle cure. Sono le tutele che un Paese civile e progredito deve garantire». Ma già lunedì la Regione convocherà i rappresentanti dei medici per poi insediare ufficialmente l'Osservatorio il 22 giugno.
«Le assunzioni di infermieri e di altre professionalità all’interno del sistema sanitario regionale è un tema centrale del nostro ordine - aveva commentato Ivan Bufalo presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Torino dopo la firma dell'accordo -. Va dell’interesse di ogni singolo malato a cui siamo particolarmente attenti e dei professionisti». Secondo Bufalo, «servono nuovi professionisti nella sanità regionale affinché il sistema sanitario regionale riesca ridare una congrua risposta assistenziale alla domanda di salute avanzata dalla collettività». Con l’accordo stipulato ieri tra Regione e sindacati, «qualcosa nella giusta direzione sembra finalmente muoversi. L’istituzione di un Osservatorio regionale che si occupi di risorse umane e che coinvolga anche le direzioni generali delle Aziende Ospedaliere e delle Asl, può certamente rappresentare un tassello importante per la creazione di una più proficua ed efficace gestione delle politiche di assunzione».
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«Regione e sindacati concordano sulla necessità di stabilire un obiettivo di assunzioni per il prossimo biennio al netto del "turnover", utilizzando tutti gli strumenti finanziari disponibili. Tale obiettivo sarà indicato entro la prossima riunione del Tavolo politico insieme ad un cronoprogramma per poi procedere con l’insediamento dell’Osservatorio in programma il 22 giugno - spiegano il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Icardi -. Per fare questo è necessario definire un piano condiviso che preveda obiettivi ma anche strumenti di controllo, usando il modello della campagna vaccinale che ha permesso di assegnare obiettivi alle aziende sanitarie, verificarne puntualmente l’avanzamento e lavorare insieme per raggiungerli». Quattro gli strumenti a disposizione. Il cosiddetto "Decreto Calabria" sui tetti di spesa, il Decreto legge 34 «con cui abbiamo già stabilizzato oltre metà del personale che ha lavorato durante il Covid, accanto alla volontà di limitare il ricorso a servizi esterni internalizzando il personale tutte le volte che questo consente un risparmio economico. La Regione si è detta poi anche disponibile «a mettere in campo anche risorse aggiuntive perché il personale è la colonna portante del nostro sistema sanitario che è un’eccellenza ed è la nostra priorità».
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