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LA STORIA

Da soldati a "superumani": ecco le protesi bioniche per i mutilati dell'Ucraina

Quattro testimonianze di speranza dopo le ferite del conflitto: «Vinceremo questa guerra»

Da soldati a "superumani": ecco le protesi bioniche per i mutilati dell'Ucraina

Roman, Mykola, Ruslan e Mykhailo con le loro nuove protesi "bioniche"

Per Roman, Mykola, Ruslan e Mykhailo, oggi, la più grande vittoria è essere riusciti a tornare a sorridere. «Ma il nostro cuore continua a piangere per una guerra che, siamo certi, vinceremo». Sono tre giovani soldati dell'esercito ucraino e un civile che, sul fronte di quella che il sindaco Stefano Lo Russo definisce «un'invasione criminale», hanno perdute chi un braccio, chi una mano o la loro funzionalità. Arti che, oggi, hanno recuperato grazie a Superhumans e l'Officina ortopedica del Maria Adelaide. Arti «bionici», protesi di ultima generazione a cui hanno lavorato i migliori specialisti del mondo. Nello specifico, per Roman Kiyanets sono state realizzate due protesi: una meccanica per lavori pesanti ed una mioelettrica con la ricostruzione di tre dita, a Mykola Efimenkoro sono state applicate una protesi mioelettrica per il braccio con mano "multiarticolata" e una mano meccanica con la ricostruzione del pollice sinistro, a Ruslan Petrov è stata applicata una protesi meccanica con la ricostruzione delle cinque dita dita per lavori pesanti; per Mykhailo Bartoshik è stata realizzata una protesi mioelettrica con controllo attraverso i muscoli pettorali e dorsali, con la ricostruzione di tutti i livelli articolari: spalla, gomito, polso, dita.

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«Sono orgoglioso di dare il benvenuto a Torino a nome della città e dei suoi cittadini a questi soldati, rimasti feriti nel terribile conflitto che da molti mesi mette a dura prova l'Ucraina e il suo popolo» ha sottolineato Lo Russo, presentando nella Sala Colonne di Palazzo Civico, l'esito di un'operazione umanitaria che ha rafforzato ancora di più i rapporti di solidarietà e vicinanza con l'Ucraina. «Una guerra che avviene nel cuore dell'Europa e che la riguarda tutta. Oggi siamo qui per raccontare un esempio di eccellenza sanitaria della nostra città e il sostegno che la nostra comunità è capace di dare a chi si trova in difficoltà e combatte per garantire anche al nastro futuro libertà, prosperità e democrazia». A raccontare la loro "rinascita" è il direttore dell'Officina Ortopedica Maria Adelaide, Roberto Ariagno, che ha seguito fin dal primo giorno il progetto raggiungendo l'Ucraina. «Il viaggio a Leopoli è stata un'esperienza molto profonda e importante sotto il profilo professionale ed umano. È motivo di grande orgoglio sapere che il nostro "know how" è conosciuto e richiesto all'estero e sarà utile ai pazienti di un Paese così duramente colpito».

Roman Kiyanets è nato il 27 aprile del 1997. Sposato con Kateryna, Roman ha un figlio di cinque anni, È un militare professionista, un ufficiale. Ha studiato poi è andato a prestare servizio nella 14esima brigata meccanizzata all'Accademia nazionale dell'esercito. Il primo settembre dello scorso anno ha subito l'amputazione di tre dita della mano destra a causa di una ferita da mina. Per lui sono state realizzate due protesi, una meccanica per lavori pesanti ed una mioelettrica con la ricostruzione degli arti perduti in guerra.

Mykola Efimenko ha poco più di quarant'anni e due figli di diciotto e dodici anni.  Prima della guerra, Mykola era sotto contratto nell'esercito e prima ancora lavorava in una fabbrica. Ha prestato servizio nella 72esima brigata ed è stato circondato e poi catturato dai russi per due giorni. Quando è iniziata l'invasione era a guardia dello Stato Maggiore a Kiev. Nell'agosto dell'anno passato ha subito un'amputazione transomerale al braccio sinistrio e della mano destra a causa di una ferita da mina. «C'è solo una soluzione e un'unica via d'uscita da questa guerra: la vittoria dell'Ucraina».


Ruslan Petrov è il più giovane e l'unico civile. Nato nel 1999 è figlio di un militare e viene dalla città di lzyum nella regione di Kharkiv. Prima dell'invasione, Ruslan lavorava in Polonia, ma era tornato a casa il 26 dicembre 2021. Il suo visto stava per scadere, ma non è riuscito a rinnovarlo in tempo a causa dell'inizio della guerra. Lo scorso dicembre ha subito l'amputazione di tutte le dita della mano sinistra e delle falangi di due dita della mano, a causa di una ferita da mina. «Stavo pulendo le foglie in giardino ma i russi avevano lasciato mine ovunque, anche dopo essere andati via. Posso solo ringraziare chi aiuta l'Ucraina a vincere questa guerra, anche con l'invio di armi».

Mykhailo Bartoshik, classe 1992, prima della guerra lavorava in Repubblica Ceca in uno stabilimento dove vengono realizzati cataloghi con campioni di tessuto. È tornato in Ucraina nell'aprile 2022 per arruolarsi e combattere ma ha subito l'amputazione dell'intero braccio destro a partire dalla clavicola a causa di ferita delle schegge dei colpi da carro armato. Per lui è stata realizzata una protesi mioelettrica con controllo attraverso i muscoli pettorali e dorsali, con la ricostruzione di tutti i livelli articolari: spalla, gomito, polso, dita e con la mano multiarticolata.

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