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IL RETROSCENA
12 Giugno 2023 - 07:56
Il governatore Alberto Cirio
A un anno esatto dalle prossime elezioni Regionali ed Europee, giorno più o giorno meno, a rompere gli indugi e smuovere un po’ le acque della politica è stato Alberto Cirio che, a domanda diretta, ha confermato la propria disponibilità per un secondo mandato, purché rappresenti «il bene del Piemonte». Di un suo “bis” si parla da quando il ministro Paolo Zangrillo, lo scorso aprile, lo ha definito «il “candidato naturale” per la coalizione di centrodestra» che, a quanto pare, non prenderà una decisione prima dell’autunno. Di certo, per ora, c’è l’appoggio della Lega, che rivendica anche il primato dell’essersi detta favorevole alla sua candidatura. Magari con una “lista civica” che, senza simboli di partito, potrebbe portare il governatore a giocarsi un secondo mandato in Regione. E il nome dovrebbe richiamare quel “Piemonte nel cuore” che, ancora poche ore fa, il governatore evocava, confermandosi disponibile.
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Coalizione e alleati
Oltre a Forza Italia, che dai vertici alla base fa il tifo per il proprio candidato, gioca di sponda il Carroccio. Il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, a domanda diretta sulla candidatura di Cirio risponde: «È quello che gli abbiamo sempre chiesto. Per la Lega deve ricandidarsi lui». Da Forza Italia, invece, il capogruppo degli “azzurri” in Regione, Paolo Ruzzola, conferma che «per noi, il prosieguo della legislatura di Alberto Cirio è più che naturale». Non si sbilancia, invece, Fratelli d’Italia prendendo atto della disponibilità di Cirio e ricordando come una decisione sarà presa dalla coalizione. «Cirio ha fatto bene a esprimere le sue priorità, cosi ne terremo tutti conto» sottolinea il capogruppo in Regione di Fratelli d’Italia, Paolo Bongioanni «La scelta, come sempre, sarà di coalizione. Esprimersi ora sarebbe cosa prematura».
Pd, incubo primarie
Sul fronte opposto, sebbene più volte si sia sussurrato il nome del vicepresidente del Consiglio a Palazzo Lascaris, Daniele Valle, come potenziale sfidante di Cirio in quota Pd, specie dopo l’elezione di Elly Schlein a guida della segreteria “dem”, tutto appare più fosco. Per cui, fin da subito, c’è stato chi ha invocato le primarie - come da statuto - per indicare il candidato alla Regione, come Diego Sarno ma anche chi ha ricordato il ruolo che potrebbe giocare la “delfina” di Schlein, Chiara Gribaudo che, specie contro Cirio si potrebbe contendere anche il bacino elettorale del Cuneese. Nelle settimane successive al congresso, però, si è andato anche compattando un fronte civico che, a partire dalla Cgil e dai sindacati di categoria, ha indicato alla politica come la prossima battaglia in Regione si giocherà sulla sanità. Da qui, le più svariate ipotesi, per la ricerca di un candidato di coalizione, con una lista civica e senza simboli di partito. Scenari che potrebbero contemplare dal ritorno dell’attuale segretario della Cgil Piemonte, Giorgio Airuado, in una lista elettorale, alla composizione di un centrosinistra allargato fino al Movimento 5 Stelle, come hanno testimoniato le presenze politiche alla manifestazione per la sanità pubblica, due settimane fa, proprio a Torino.
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L'incognita "terzo polo" e il "jolly" Saracco
nome è circolato, fino al mese scorso, come potenziale “jolly” da contrapporre in quota civica ad Alberto Cirio per la coalizione di centrosinistra. Ed è quello del rettore del Politecnico, in scadenza di mandato, Guido Saracco. Una carta che potrebbe mettere d’accordo Pd e Movimento 5 Stelle, ad esempio, per allargare le maglie di una coalizione che ancora deve trovare la propria dimensione. A partire dall’area moderata, per cui resta da capire che ruolo potranno giocare Azione! di Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi. Con l’avvicendamento alla segreteria regionale di Azione! tra Gianluca Susta e Enrico Costa, infatti, si potrebbero aprire scenari di alleanza che andrebbero a rafforzare la quota “liberale” e “moderata”. Ma a favore del centrodestra. Sempre che il nuovo segretario del partito di Calenda in Piemonte non decida di sparigliare e presentarsi come candidato governatore con il simbolo di partito.
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