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CUORI E DENARI
20 Agosto 2023 - 17:07
Poco più di trentasei ore all’udienza più attesa dell’estate, annunciata due giorni fa insieme con l’ennesimo colpo di scena nella rottura del fidanzamento tra Cristina Seymandi e Massimo Segre: la sparizione di 700mila euro dal conto cointestato dalla coppia per finire su quello della promessa sposa. Un’accusa da cui Seymandi ha subito preso le distanze facendo intervenire i suoi legali che, con molta probabilità, saranno gli unici a rappresentarla in aula dal momento che la donna si troverebbe ancora in Vietnam in vacanza e, difficilmente, potrebbe rientrare in città prima di domani. Non dovesse riuscire a presenziare in tribunale dovrebbe, in poche ore, presentare al proprio avvocato una procura per poterla rappresentare davanti al giudice ma a condizione che sia lei a firmarla in presenza - sempre che non lo abbia fatto prima di partire per le ferie - oppure inviando il documento entro l’udienza tramite il più vicino consolato d’Italia all’estero.
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In aula, martedì, si discuterà del sequestro disposto dalla Procura dopo la denuncia presentata da Massimo Segre e, nonostante le smentite arrivate mezzo stampa sostenendo che l’uomo fosse stato a conoscenza dello storno, Cristina Seymandi potrebbe trovarsi a dover dimostrare davanti ai magistrati anche perché il bonifico è stato autorizzato, non potendosi limitare a sostenere che fosse semplicemente un dono dal momento che, visto l’ammontare della somma, sarebbe servita la presenza di un notaio, non valendo un semplice “giroconto”.
Questa, almeno, la versione di Seymandi convinta di essere al centro di una «campagna di diffamazione e delegittimazione» non soltanto mediatica. Secondo quanto hanno comunicato gli avvocati per conto di Seymandi, infatti, «il presunto trasferimento di denaro in realtà venne effettuato nel marzo 2023 - ben oltre quattro mesi prima della serata del 27 luglio nella quale di fatto si interruppe la nostra convivenza - e Massimo Segre era perfettamente a conoscenza di questo trasferimento di denaro e delle finalità dello stesso, rientranti nell’ambito di normali rapporti patrimoniali tra le parti. Lo sapeva perfettamente al punto che lui lo aveva espressamente autorizzato, e che nessun esposto per appropriazione indebita od altro illecito di questo tipo è stato aperto a mio carico». Prima che la vicenda sia chiarita, comunque, dovrà passare altro tempo perché l’udienza fissata per domani davanti al giudice Gabriella Ratti non prevede altro che una discussione attorno alla procedura di sequestro preventivo già disposta sul conto dei due mancati coniugi. Nulla che chiarisca, insomma, quale sia la natura di quel trasferimento da 700mila euro, ora, al centro di una storia dai contorni ancora da definire.
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