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LA POLEMICA

Dopo i topi e l'allarme legionella, acqua "non potabile" al grattacielo della Regione

Sindacati all'attacco per un avviso comparso nel fine settimana: analisi su rubinetti e condutture

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Il grattacielo della Regione Piemonte

Non fossero bastate la presenza di topi e la preoccupazione per la legionella nei rubinetti del grattacielo, ora, anche l’acqua dei bagni comincia a destare qualche preoccupazione. È di ieri, infatti, l’allarme lanciato dai sindacati e delle minoranze in Consiglio dopo l’avviso pubblicato per i lavoratori lo scorso venerdì: «Non sarà possibile utilizzare i servizi igienici di tutta la Sede Unica dalle ore 20 di venerdì 8 settembre 2023 alle ore 7 di lunedì 11 settembre» proprio a causa delle opportune verifiche. «Mentre prosegue il trasferimento dei dipendenti verso il grattacielo, sono ancora troppe le criticità: il malfunzionamento degli ascensori, degli impianti idraulici, delle connessioni telematiche e degli impianti di climatizzazione, la loro assenza in porzioni di edificio, l’assenza di defibrillatori» segnalano Igor Boni dell’Associazione radicale “Adelaide Aglietta” e il consigliere del Pd, Daniele Valle.

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Negli scorsi giorni, infatti, è stata affidata al laboratorio Medilabor l’esecuzione di analisi di potabilità dell’acqua destinata al consumo umano. «Questo dimostra che si è trasferito il personale senza neppure sapere se l’acqua al grattacielo si poteva bere!» attacca Valle che, nelle prossime settimane, presenterà un’interrogazione a riguardo, «sperando serva a rompere il “muro di silenzio” della Regione Piemonte». A dipendenti, sindacalisti e consiglieri non è sfuggito nemmeno un altro particolare. «Consilia Cfo, l’azienda a cui la Regione aveva affidato il servizio di gestione integrata della salute e della sicurezza negli ambienti di lavoro e alla quale a giugno il servizio è stato riaffidato in via diretta per 30 giorni dopo che il Tar aveva annullato la gara». Da qui la richiesta di sapere a quale ditta sia stata affidata la gestione integrata della salute e della sicurezza al grattacielo ma, soprattutto, se siano terminati conteggi economici necessari per il collaudo che, a quanto si apprende dalla Regione, dovrebbe completarsi entro settembre, nell’attesa che vengano resi noti anche i risultati definitivi delle indagini compiute dall’Asl Città di Torino sulla presenza di legionella e gas radon. «Una gestione opaca ed irresponsabile espone chi lavora e i visitatori a disagi se non a pericoli. Ma valeva la pena tutto ciò per un taglio di nastro a uso fotografi e telecamere?» si domandano Boni e Valle, insieme agli oltre 2mila dipendenti che da mesi, ormai, lavorano negli “open space” del grattacielo.

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