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IL CASO

Grattacielo della Regione, “collaudo” a settembre: lavori in corso per altri 600mila euro

Nonostante l’ingresso dei dipendenti continuano le denunce dei sindacati sulla “sede unica”: undici le criticità già segnalate

Grattacielo della Regione, “collaudo” a settembre: lavori in corso per altri 600mila euro

Si concluderanno «entro settembre» gli ultimi lavori all’interno del grattacielo della Regione Piemonte, soltanto ieri, al centro delle polemiche per il crollo di una controsoffittatura al sesto piano. Un cantiere che dovrebbe mettere fine all’annosa questione dei collaudi, formalmente non ancora completati, nonostante siano già entrati al lavoro 2mila dipendenti dopo l’inaugurazione. Un’attesa durata decenni che, però, una volta interrotta non ha mancato di presentare numerosi problemi. Tra questi, solo negli ultimi mesi, anche la presenza di topi all’interno dei locali di lavoro, dove a luglio sono state sistemate nuove trappole. Un mese prima, invece, era saltata la prova di evacuazione antincendio a causa di problemi con gli ascensori, spesso guasti. L’elenco completo delle istanze è stato consegnato una decina di giorni fa attraverso una lettera firmata da Cgil, Cisl e Uil, pronte «a rivolgersi alle autorità competenti» se non arriveranno risposte e soluzioni dalla Regione Piemonte.

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Sono almeno undici le segnalazioni arrivate dai sindacati. Defibrillatori assenti dai corridoi e segnalati solo dalla cartellonistica, a sua volta e in molti casi, nemmeno definitiva. «A volte sono semplici fogli di carta appiccicati a porte e pareti in maniera posticcia». Ascensori «continuamente» mal funzionanti con «colleghi che rimangono bloccati anche per parecchi minuti e, una volta ripartiti, si ritrovano ad un piano qualsiasi: né quello di partenza, né quello di arrivo, dopo aver aspettato magari in assenza di luci d’emergenza, interfono spento e generatore fermo». E poi, l’impianto di climatizzazione mal funzionante, che ha fatto segnare temperature tra 28 e 30 gradi centigradi in alcuni uffici, lo scorso luglio «in una condizione in cui non si possono nemmeno aprire le finestre per arieggiare l’ambiente». Da cui le segnalazioni di malesseri come «stordimenti e mal di testa, nausea e senso di svenimento». Per non parlare del fatto che «contemporaneamente, in altre aree uffici, dall’impianto di condizionamento fuoriesce aria gelida con conseguenti sindromi influenzali di molti colleghi». Seguono, ma non per ordine d’importanza, criticità rispetto all’acqua dei bagni che, se presente, ha destato più di qualche preoccupazione circa la potabilità.

E stesso discorso varrebbe per la qualità dell’aria «considerato che l’impianto di ricircolo e condizionamento è rimasto inattivo per anni e sono stati segnalati episodi di perdita d’acqua dai pannelli del soffitto che mostrano ruggine e materiale marrone che fuoriesce, oltre alla sicurezza di detti pannelli in termini di tenuta». Ancora, l’Interruzione dell’impianto di climatizzazione a partire dalle cinque del pomeriggio che «rende disagevole il contesto lavorativo, anche e soprattutto per gli addetti alle pulizie», «l’integrità dei vetri, alcuni dei quali sono già rotti mentre altri mostrano al loro interno delle bolle», «l’assenza di climatizzazione e di impianti di aspirazione nei bagni» e «lavoratori addetti all’accoglienza costretti ad operare in spazi privi di impianti di climatizzazione».

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