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BRINDISI INNOVATIVI

Vini dealcolati: la nuova frontiera del Made in Italy

In Italia prende il via la produzione di vini senza alcol o a basso tenore alcolico: il 36% degli italiani è interessato. DOC e IGP rimangono tutelate

Vini dealcolati: la nuova frontiera del Made in Italy

Immagine di repertorio

In Italia, il recente decreto del Ministero dell'Agricoltura ha spalancato le porte alla produzione di vini dealcolati, inaugurando una nuova era per il panorama vitivinicolo nazionale. Fino a poco tempo fa, una bevanda con un tenore alcolico inferiore agli 8,5 gradi non poteva neppure essere chiamata "vino". Oggi, grazie alle disposizioni attuative del decreto, questa definizione evolve, abbattendo un tabù in un paese che del vino ha fatto un simbolo e una cultura.

Il decreto, ora in fase di registrazione, permette la riduzione parziale o totale dell' alcol in diverse categorie di vini, inclusi spumanti e frizzanti. Una precisazione importante: per i vini con certificazioni DOP e IGP, non cambia nulla. 

Chi sono i consumatori ideali di questi vini? Un’indagine di SWG, società di ricerca e analisi di mercato italiana, e dell'Osservatorio del Vino UIV-Vinitaly, individua un potenziale di un milione di italiani che non consumano alcol, a cui si aggiunge una vasta fetta di appassionati di vino interessati a un'alternativa in situazioni specifiche, come prima di mettersi al volante. Paolo Castelletti, segretario generale dell'Unione Italiana Vini, ha sottolineato durante Vinitaly che il 36% dei consumatori italiani guarda con curiosità a questi prodotti. Il fenomeno è globale: negli Stati Uniti, il mercato 'nolo' (no e low alcohol) vale già un miliardo di dollari.

Ma come si ottiene un vino senza alcol? Le tecniche principali, definite dal regolamento UE 2021/2117, sono tre: distillazione, tecniche di membrana ed evaporazione sotto vuoto.

  • Distillazione: un processo in due fasi che estrae delicatamente i composti volatili.
  • Membrane: filtri ad alta pressione che separano gli aromi e i composti fenolici.
  • Evaporazione sotto vuoto: una tecnologia che utilizza coni rotanti per rimuovere l'alcol preservando gli aromi.

Il cammino dei vini dealcolati non è privo di ostacoli. Coldiretti, ad esempio, aveva inizialmente sollevato dubbi su possibili "annacquamenti" del vino, interpretazione poi smentita dai tecnici del settore. Al di là delle critiche, il decreto offre al settore vitivinicolo una chance unica per attrarre nuovi consumatori e rafforzare il prestigio del Made in Italy nel mondo. 

Il futuro di questi vini è ancora da scrivere, ma una cosa è certa: stiamo assistendo a una piccola grande rivoluzione che cambierà il modo in cui apprezziamo e concepiamo il vino. Già dal prossimo anno, il 2025, anche chi finora evitava il vino – come astemi, donne in gravidanza, sportivi, conducenti di mezzi pubblici o persone di fedi che lo vietano – potrà brindare con calici di vino dealcolato, a basso o zero contenuto alcolico. Ma non solo: questa novità si rivolge anche a chi, complice il nuovo Codice della strada, sceglie di moderare il consumo di alcol a tavola. Una rivoluzione che interessa davvero tutti.

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