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Economia
27 Febbraio 2025 - 14:00
Se i dazi del 25% sui prodotti agroalimentari europei, annunciati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, dovessero coinvolgere l’intero settore, l’Italia rischierebbe danni significativi. Secondo un’analisi di Coldiretti, basata su dati Istat, il costo stimato per le singole filiere agroalimentari italiane sarebbe impressionante: circa 500 milioni di euro solo per il vino, 240 milioni per l’olio d’oliva, 170 milioni per la pasta e 120 milioni per i formaggi. Tali tariffe potrebbero mettere a rischio il record segnato dalle esportazioni italiane di cibo Made in Italy negli Stati Uniti, che nel 2024 hanno raggiunto un valore di oltre 7,8 miliardi di euro.
L’introduzione di tariffe aggiuntive sui prodotti agroalimentari italiani potrebbe comportare una spesa fino a 2 miliardi di euro in più per i consumatori americani. Come dimostrato dalle misure imposte durante il primo mandato di Trump, l’effetto sarebbe una riduzione nelle vendite, con il rischio di un forte calo della domanda da parte dei consumatori americani. Nel corso del 2020, infatti, i dazi imposti sui prodotti italiani avevano già portato a una diminuzione delle esportazioni: frutta (-15%), carni e pesce lavorato (-28%), formaggi e confetture (-19%) e liquori (-20%). Il vino, inizialmente non colpito, aveva subito una battuta d’arresto del 6%.
Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, ha sottolineato che l’imposizione di dazi danneggerebbe gravemente le esportazioni italiane, considerando l’importanza del mercato statunitense per le produzioni agroalimentari italiane. Infatti, mentre l’export generale è calato del 3,6%, le esportazioni agroalimentari italiane verso gli Stati Uniti sono cresciute del 17%, confermando il cibo italiano come un simbolo dell’economia nazionale. Per questo motivo, Coldiretti chiede un impegno diplomatico per evitare una guerra commerciale che danneggerebbe sia i consumatori che le imprese europee e americane.
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