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Il Calvario di Francesco

"Il Papa lotta come un leone". Altre due crisi respiratorie, "più frequenti e intese"

Trasparenza e speranza: Il Vaticano di fronte alla malattia di Papa Francesco

"Il Papa lotta come un leone".  Altre due crisi respiratorie, "più frequenti e intese"

Papa Francesco

Le crisi sono sempre più frequenti e, da ciò che si apprende, più intense. Francesco lotta non solo per vivere, ma per tornare ad essere quello di prima, lo fa con tutte le sue forze, ma non nasconde nulla i ciò che gli sta accadendo. Il Vaticano ha scelto la via della trasparenza attraverso la diffusione di dettagliati bollettini medici, ma evita di far circolare immagini del Papa malato che sarebbero, quantomeno di cattivo gusto e alimenterebbero speculazioni morbose di varia specie. Ieri è stata una giornata difficile per il pontefice, forse la giornata più dura da quando si trova ricoverato al Policlinico Gemelli. Il bollettino serale spiega quanto è accaduto: «Nella giornata odierna, il Santo Padre ha presentato due episodi di insufficienza respiratoria acuta, causati da importante accumulo di muco endobronchiale e conseguente broncospasmo. Sono pertanto state eseguite due broncoscopie con necessità di aspirazione di abbondanti secrezioni».

«Nel pomeriggio è stata ripresa la ventilazione meccanica non invasiva. Il Santo Padre è sempre rimasto vigile, orientato e collaborante. La prognosi rimane riservata». Fin qui le comunicazioni ufficiali, poi ci sono le confidenze che circolano in Vaticano e che riferiscono di un Papa profondamente prostrato dalla malattia, tanto che non riesce più a celebrare la Messa. Ma il Santo Padre, nei momenti in cui riprende le forze, non accenna a diminuire la volontà di dialogare con i fedeli e di corrispondere al suo mandato pastorale. «Lotta come un leone», si è fatto sfuggire in Sala Stampa vaticana un monsignore di lungo corso. Tant’è che ieri, nonostante gli attacchi, Francesco ha inviato un messaggio ai partecipanti all’Assemblea generale della Pontificia Accademia per la Vita. Fonti giornalistiche della sala Stampa Vaticana hanno però fatto notare come il documento fosse datato 26 febbraio, anche se reso pubblico solo ieri. Nel messaggio il Papa dice: «Nell’Assemblea generale di quest’anno - spiega - vi siete proposti di affrontare la questione che oggi viene definita “policrisi”. Essa riguarda alcuni aspetti fondamentali della vostra attività di ricerca nel campo della vita, della salute e della cura.

Il termine “policrisi” evoca la drammaticità della congiuntura storica che stiamo vivendo, in cui convergono guerre, cambiamenti climatici, problemi energetici, epidemie, fenomeno migratorio, innovazione tecnologica». Contemporaneamente, Francesco ha anche scelto il tema della 111/a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato: “Migranti, missionari di speranza”. «Alla luce del Giubileo - si legge in una nota del Dicastero per lo Sviluppo umano integrale -, il tema evidenzia il coraggio e la tenacia dei migranti e dei rifugiati, i quali testimoniano quotidianamente la speranza nel futuro nonostante le difficoltà. È la speranza di raggiungere la felicità anche oltre i confini, la speranza che li porta ad affidarsi totalmente a Dio».

Documenti che testimoniano l’attività papale anche in questi frangenti nei quali il pontefice sembra non avere le forze, come sottolineano esponenti di primo piano della componente più tradizionalista della Chiesa, per sostenere pienamente la sua missione. Intanto, prosegue la maratona della recita dei rosari serali in piazza San Pietro per la salute del Papa. Ieri sera è stato il cardinale Robert Francis Prevost, prefetto del Dicastero per i Vescovi, a guidare la preghiera alla quale hanno partecipato centinaia di fedeli e i cardinali presenti a Roma, sempre più numerosi da quando Francesco si trova al Gemelli. Attualmente il “timone” della “barca di Pietro” è saldamente nelle mani del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin e non del cardinale Decano che assume la guida della Chiesa solo alla morte del pontefice e a lui spetterà l’ordinaria amministrazione della “Sede Vacante” e la convocazione del Conclave.

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