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Cinema e tecnologia
06 Marzo 2025 - 14:45
Dopo aver potenziato le funzionalità di Alexa e dopo sentito il perfetto ungherese recitato da Adrien Brody e Felicity Jones in "The Brutalist", anche Amazon Prime vuole iniziare a utilizzare l'Intelligenza Artificiale nella recitazione e nei doppiaggi delle serie tv e film da loro prodotti. La notizia è stata data nella giornata di mercoledì 5 marzo nel sito di Amazon dal team e Raf Soltanovich, Vicepresidente della Tecnologia presso Prime Video e Amazon MGM Studios.
I test che stanno conducendo ancora sono mirati a usare l'AI con l'obiettivo di rendere la piattaforma più accessibile ad un numero più elevato di clientela. Il doppiaggio sarà fatto in inglese e spagnolo latinoamericano e sarà sperimentato su 12 titoli tra cui "El Cid: La Leyenda", "Mi Mamá Lora" e "Long Lost".
"A Prime Video, noi crediamo al miglioramento dell'esperienza dei clienti attraverso l'innovazione pratica e utile della AI" ha dichiarato Soltanovich "l'aiuto del doppiaggio con AI sarà disponibile solo a titoli di cui non è presente questo support, e siamo pronti a esplorare un nuovo modo di fare film e serie tv che siano più accessibili e piacevoli".
Per molti potrebbe sembrare una rivoluzione, perché con i miglioramenti in crescita dell'intelligenza artificiale molti procedimenti possono essere compiuti in tempo zero e con risorse infinite, dall'altra parte la comunità dei doppiatori è fortemente contro l'utilizzo della tecnologia, soprattutto nell'arte della recitazione. In Italia, una settimana fa, era stato postato su instagram un reel dell'Associazione ANAD (Associazione Nazionale Attori Doppiatori), in cui i doppiatori più famosi d'Italia tra cui Luca Ward (voce di Russel Crowe), Flavio Acquilone (voce di Zac Efron e Tom Felton), Alex Polidori (voce di Tom Holland e Timothée Chalamet) e moltissimi altri si schieravano contro l'utilizzo della AI definendolo "un pericolo usato in maniera illecita".
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La questione ormai è diventata un dibattito aperto nella comunità cinefila, tra quelli che credono nel miglioramento della qualità dell'audiovisivo attraverso i nuovi strumenti messi a punto dalla tecnologia e quelli che lo vedono come un attacco all'arte prodotta e sviluppata dalla mente e mani umane. Se la protesta degli attori negli Stati Uniti del 2023 ha insegnato qualcosa è che la tecnologia può essere utilizzata sì, ma nel rispetto degli attori che già mettono il loro intero essere davanti alla camera.
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