l'editoriale
Cerca
economia
27 Giugno 2025 - 19:10
L’era della moda “usa e getta”, fatta di top a 4,99 dollari e spedizioni lampo dalla Cina, potrebbe presto finire. L’amministrazione Trump ha annunciato un giro di vite su uno dei meccanismi che ha permesso a piattaforme come Shein e Temu di conquistare milioni di clienti americani: la de minimis exemption, una scappatoia doganale che consentiva di importare milioni di pacchi ogni giorno negli Stati Uniti senza pagare dazi.
Secondo l’attuale normativa statunitense, ogni pacco dal valore inferiore a 800 dollari può entrare nel Paese senza dover pagare imposte doganali né essere sottoposto a controlli approfonditi. Un’occasione d’oro per i colossi cinesi del fast fashion, che hanno costruito un’intera catena logistica basata su spedizioni frammentate e continue, inviate direttamente dai magazzini in Asia al consumatore finale. Grazie a questo sistema, il costo finale per l’acquirente resta bassissimo, mentre l’azienda evita le tariffe doganali, salta i rivenditori e massimizza i profitti. Ma ora qualcosa è cambiato.
Donald Trump, intenzionato a rilanciare la produzione nazionale e a difendere le industrie statunitensi dalla concorrenza sleale, ha messo nel mirino proprio questa esenzione. Le nuove misure, che limitano drasticamente o eliminano del tutto l’uso del de minimis per le importazioni dalla Cina, avranno effetti immediati:
Si tratta di un vero punto di svolta per il fast fashion. Alcune aziende stanno già correndo ai ripari, valutando la rilocalizzazione parziale della produzione e l’apertura di hub logistici in Messico o in Paesi che fanno parte del trattato commerciale nordamericano (USMCA), per evitare dazi mantenendo una certa rapidità nei tempi di consegna.
La stretta doganale non riguarda solo i flussi economici, ma ha anche implicazioni ambientali e sociali. Il modello fast fashion è da tempo sotto accusa per l’impatto climatico, il consumo di risorse e le condizioni di lavoro nei Paesi produttori.
Il rallentamento delle importazioni ultra-low-cost potrebbe spingere più consumatori a ripensare il proprio rapporto con la moda, orientandosi verso acquisti più sostenibili, durevoli e consapevoli.
Se da un lato l’obiettivo è proteggere l’economia interna, dall’altro la mossa di Trump è vista da alcuni analisti come un nuovo capitolo nella guerra commerciale USA-Cina. Non è un caso che il focus sia puntato su due dei più forti esempi del successo tecnologico e industriale cinese in Occidente. Nel frattempo, Shein e Temu si trovano davanti a una sfida complessa: reinventare un modello vincente in un ambiente normativo che sta rapidamente cambiando.
I più letti
CronacaQui.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Consiglio di amministrazione: Presidente Massimo Massano | Consigliere, Direttore emerito e resp. trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo..