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Verso un nuovo Conclave
10 Marzo 2025 - 15:24
Papa Francesco
Giovedì 13 marzo si compiranno i 12 anni di pontificato di Francesco. E un mese è trascorso dal suo ricovero al policlinico Gemelli. Nella giornata di ieri fonti vaticane hanno spiegato che è "ancora presto per parlare di dimissioni del Papa". Una puntualizzazione che, considerando il consueto riserbo della Santa Sede, potrebbe voler dire che la rinuncia al papato di Bergoglio sia ormai prossima e potrebbe avvenire giovedì o nei giorni successivi. In realtà, come a suo tempo aveva già spiegato Francesco, le dimissioni sarebbero già pronte e consegnate in tempi non sospetti all'allora Segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone. Lettera di dimissioni che diventerebbe effettiva "allorquando il pontefice non potesse esercitare definitivamente il suo Ministero". Come a dire che non è sufficiente un ricovero in ospedale per lasciare l'incarico, ma una prognosi che ne certifichi la parziale o totale inabilità.
IL CARDINALE TARCISIO BERTONE E PAPA RATZINGER
Per questo motivo, prima di evocare le dimissioni, la Santa Sede ha atteso che i medici del Gemelli sciogliessero definitivamente la prognosi, solo ora si farà il punto della situazione e Francesco prenderà la sua decisione: se continuare "azzoppato" lasciare definitivamente e assumere il ruolo di Papa Emerito, come fece Ratzinger. In questo caso Bergoglio, contrariamente a ciò che fece Benedetto, potrebbe lasciare il Vaticano e trascorre il resto della sua vita in Argentina, il suo Paese d'origine, che però non ha mai visitato nel corso del suo pontificato. Un'ipotesi probabile, secondo fonti vaticane, ma vincolata alla possibiità del Papa, in condizioni di salute precarie, di sostenere un viaggio transoceanico. Dal quel che è filtrato, il cardinal Bertone avrebbe già consegnatola lettera di dimissioni ricevuta a suo tempo, all'attuale cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin. Quest'ultimo, domenica nel corso di una visita al Gemelli, avrebbe informato il pontefice. In verità l'annucio delle dimissioni, come da protocollo, dovrebbe essere pronunciato dal Cardinale Camerlengo, l'irlandese Kevin Joseph Farrell. La rinuncia di un Papa è un evento regolato dal diritto canonico. Anche se nella storia della Chiesa si contano solo alcuni casi di dimissioni papali, la questione è tornata di grande attualità con la rinuncia di Benedetto XVI nel 2013 e le recenti dichiarazioni di Papa Francesco, che ha più volte ribadito di considerare questa possibilità senza però aver preso una decisione definitiva.
PAPA FRANCESCO E IL CARDINALE PAROLIN
Il Codice di Diritto Canonico prevede espressamente questa eventualità, ma le implicazioni pratiche e teologiche sono ancora oggetto di dibattito. Ma cosa avviene quando un Pontefice decide di lasciare il ministero petrino e quali sono gli effetti sulla Chiesa e sulla sua struttura di governo? Secondo il Canone 332 §2 del Codice di Diritto Canonico, un Papa può rinunciare al suo ufficio a condizione che la decisione sia presa liberamente e manifestata pubblicamente. Non è richiesta l’accettazione da parte di nessun organo ecclesiastico, a differenza di quanto avviene per la rinuncia di un vescovo diocesano. La rinuncia diventa effettiva nel momento stabilito dal Pontefice stesso, dopodiché la Sede Apostolicasi considera vacante e viene convocato il Conclave. Questo principio si fonda sulla natura stessa dell'ufficio petrino: il Papa detiene la pienezza della potestà nella Chiesa e, pertanto, è il solo a poter decidere in merito alla sua cessazione. Nella storia si sono verificati pochi casi di rinuncia, come quelli di Celestino V nel 1294 e di Gregorio XII nel 1415, che rassegnò le dimissioni per porre fine allo Scisma d’Occidente.
IL CARDINALE CAMERLENGO KEVIN JOSEPH FARREL
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