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Le testimonianze (FOTO E VIDEO)

Terremoto in Marocco, il racconto dei torinesi salvi per miracolo: «Potevamo essere spazzati via»

A Marrakech c'era un convegno di agenti della Vorwerk Folletto, che oggi torneranno in Italia

In una foto si vede un gruppo di torinesi mentre fumano narghilè e bevono tè, in un’altra si abbracciano sorridenti durante la serata di libertà a Marrakech. Pochi minuti dopo gli stessi cellulari riprendono palazzi crollati, persone e animali in mezzo alle macerie, gente terrorizzata in strada: «Prima ha tremato la terra, poi tutti si sono messi a correre per uscire dai palazzi: qualcuno si è pure ferito nella calca, ce la siamo fatta sotto».
A parlare è Saverio Francavilla, uno dei quindici agenti torinesi della Vorwerk Folletto che si trovano a Marrakech per un convegno internazionale. Loro sono arrivati poche ore prima del terremoto che ha devastato la città e buona parte del Marocco. 

Sopra e sotto, le foto dei torinesi sorridenti a Marrakech pochi minuti prima della scossa di terremoto che ha provocato 2mila vittime in Marocco

Il sisma ha gettato nel panico la comunità marocchina di Torino, una delle più numerose d’Italia: «A Marrakech sono crollati tutti i palazzi più antichi, quelli in argilla e terracotta - spiegano Aziz e Otman dal loro banco di abbigliamento di Porta Palazzo - Abbiamo visto immagini di villaggi completamente rasi al suolo: a pensarci viene la pelle d’oca».

I loro colleghi Mohamed e Abdul parlano mentre sfoggiano magliette della nazionale marocchina di calcio mentre altri indossano quelle della Juve: la conferma di come si siano integrati e di come il calcio abbia parte del merito. Basta ricordare le feste che hanno riempito le strade di Torino durante il mondiale, a dicembre: «Adesso siamo su tutti i giornali per un altro motivo - stringe i pugni Zaccaria all’uscita dalla moschea di corso Giulio Cesare, dove ieri i fedeli hanno dedicato le preghiere alle vittime del sisma - E’ un dispiacere che si mischia con la paura per i parenti di là, che sono rimasti ore in strada. Adesso speriamo che arrivino degli aiuti». Uesama dubita: «Se mandiamo dei soldi là, non sappiamo se arrivano».


Intanto oggi i torinesi dovrebbero riuscire a rientrare, due giorni dopo aver rischiato la vita: «Eravamo in un locale, abbiamo sentito un forte boato e poi ha tremato tutto per parecchio - ripercorre Francavilla, 39 anni - Per fortuna l’edificio ha retto: stiamo bene, a parte chi si è tagliato mentre correva in strada». Un colpo di fortuna, a giudicare dalla devastazione a Marrakech e dintoni: «L’epicentro era lontano, altrimenti saremmo stati spazzati via. L’unico disagio è stato dormire 3 ore sui lettini in piscina perché parte dell’albergo è inagibile. Poi l’evento che avevamo ieri sera è stato annullato e la Vorwerk donerà i soldi risparmiati al Marocco».

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