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Il caso
16 Ottobre 2023 - 22:00
La denuncia della signora Georgiana
«In quell’alloggio Atc non vogliamo più vivere». Georgiana, mamma di una bambina di 11 anni e mezzo, inizia così il racconto del suo calvario. Un viaggio nell’assurdo tra atti vandalici, minacce ed episodi poco chiari che dal 2020 tengono compagnia alla donna. Tutto è cominciato proprio tre anni fa con un incendio doloso alla buca delle lettere: «Volevano colpire me ma alla fine hanno pagato tutti» svela la donna.
Le buche delle lettere vandalizzate nel 2020
Cosa è successo
Georgiana vive in una delle palazzine del villaggio Snia, in corso Vercelli. Un luogo tranquillo e isolato dove - evidentemente - gli screzi tra vicini sembra andare per la maggiore. Nessuno fa nomi ma è chiaro che la situazione non sia tutta rose e fiori. «L’altro giorno ho trovato uno straccio nel tubo di scappamento dell’auto, per fortuna me ne sono accorta» racconta la 38enne mostrando le ultime due denunce presentate ai carabinieri della vicina stazione di corso Vercelli. Quello dei raid vandalici all’auto è un must che va per la maggiore.
Ad aprile, per esempio, qualcuno le ha spaccato il vetro posteriore della sua Fiat Punto, lato guidatore. Il veicolo era parcheggiato nel park Stura, una zona dove i vandalismi vanno effettivamente per la maggiore. «Eppure grazie alle telecamere ho visto una persona incappucciata che si avvicinava e danneggiava la mia macchina» ricorda la donna. La situazione, del resto, non è cambiata nemmeno spostando la Punto sotto casa. Sì perché il solito individuo (o forse qualcun altro, non si sa) ha provveduto a rompere i tergicristalli. Fino allo “scherzetto” - che poteva costare molto caro - dello straccio nel tubo di scappamento. «Sono anche stata insultata e minacciata da alcuni soggetti che vivono nel palazzo - conclude Georgiana -. Nè io nè mia figlia ci sentiamo tranquilla, la bambina soffre molto e tramite i servizi sociali abbiamo chiesto di spostarci di casa».
Gli atti vandalici ai danni della Fiat Punto della donna
La replica di Atc
L’Atc, interpellata sul caso, ammette il problema e rivela che una richiesta di cambio alloggio “in deroga” è pervenuta nelle scorse settimane (il 12 settembre). Richiesta che sarà al più presto valutata dagli uffici e, se sussistono le condizioni, portata in “commissione utenza”. Ossia un organo autonomo previsto dalla legge regionale, composto da due rappresentanti di Atc e tre rappresentanti delle organizzazioni sindacali degli assegnatari più rappresentative in ambito provinciale, che è chiamato a esprimersi sulle richieste di cambio alloggio “in deroga”. In presenza di situazioni di particolare gravità, debitamente documentata, infatti, gli inquilini Atc possono presentare richiesta di cambio per gravi patologie, disabilità o gravi problemi di conflittualità che rendano impossibile la permanenza nell’alloggio e, in caso di valutazione positiva da parte della commissione utenza, viene proposta una nuova sistemazione, sulla base degli alloggi disponibili.
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