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Il sondaggio

Torinesi in difesa della bandiera di Israele: «Un gesto gravissimo»

Siamo andati in giro per la città a chiedere un parere sul conflitto e sul vessillo bruciato

«Bruciare una bandiera è gravissimo, fa effetto che possa succedere a Torino».
A parlare è Angelica, una dei torinesi cui abbiamo chiesto un parere su quanto successo venerdì in piazza Castello, dove dei manifestanti hanno dato fuoco al vessillo di Israele. Un atto che ha spinto il nostro giornale a schierarsi e a dare spazio su queste pagine al significato di quel gesto e alle conseguenze di quanto sta succedendo fra Gaza e Gerusalemme.

La condanna di tutti
Come detto, il punto di partenza del nostro sondaggio è la conclusione della manifestazione di venerdì, cui hanno partecipato gruppi e associazioni pro Palestina. Cioè la bandiera israeliana bruciata in piazza Castello.

La condanna del gesto è unanime, con gli intervistati che soffrono personalmente per quella bandiera consumata dalle fiamme: «Non penso che sia giusto bruciare una bandiera, di qualsiasi Stato essa sia» mettono le mani avanti Concetta e Maria. Che aggiunge: «E’ un atto violento che andrebbe evitato». «E’ sbagliato, non si fa a prescindere dalla religione - le fa eco Mario - Sono dispiaciuto».

Il signor Gianfranco lo definisce un «gesto di una stupidità assurda: la bandiera è il simbolo di uno Stato e non farebbe piacere a nessuno vederla bruciare».
Angelica prosegue nella sua riflessione: «E’ un atto molto grave, che non si può commentare. Quando l’ho letto, sono rimasta sconvolta: non mi aspettavo che potesse succedere a Torino, dove dovrebbe esserci cultura e sensibilità. E’ un gesto che dimostra cattiveria e scarso rispetto per tutti quelli che stanno morendo». Ma c’è chi minimizza: «E’ un episodio estremista, che va considerato soltanto come una provocazione» taglia corto il signor Giovanni.

«No alla guerra»
Le manifestazioni di questi giorni a favore della Palestina e le successive reazioni danno anche l’occasione per riflettere su di una guerra che ci appare lontana ma che addolora profondamente anche i torinesi intervistati, che hanno davanti agli occhi le scene che giornali, tv e siti internet mostrano ormai da oltre un mese: «Ci vanno di mezzo tanti civili che questo conflitto non lo hanno mai chiesto e voluto» considera Giovanni. «Io sono filoisraeliano e trovo inammissibile quello che ha fatto Hamas - riflette Andrea - Ma non è colpa di tutti i palestinesi, sono anche loro ostaggio di un’organizzazione terroristica: mi metto anche nei loro panni». Conferma la signora Concetta: «Purtroppo i civili stanno pagando caramente quello che ha fatto Hamas, che è sicuramente da condannare. Fa male vedere quello che sta succedendo». Mario concorda: «Soprattutto è sconfortante vedere come si sta distruggendo il futuro di tante persone». Interviene Maria: «Hanno iniziato i palestinesi e adesso gli israeliani gliela fanno pagare». Aggiunge Gianfranco: «Israele ha subito un atto irresponsabile e gravissimo».
L’analisi più approfondita è quella di Giovanni: «E’ chiaro che gli atti di terrorismo vadano contrastati ma parliamo di una situazione complessa, col dato di fatto che ogni giorno muore tanta gente che non c’entra nulla. E’ un fatto che mi addolora moltissimo, ci vorrebbe più buonsenso da parte di tutti». Anche Angelica dà priorità all’umanità: «So poco di ciò che sta succedendo, anche perché è una guerra complicata e con tanta storia alle spalle. Quello che so è che troppe persone stanno perdendo la vita: bisognerebbe pensare a quello invece di bruciare le bandiere».

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