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Sanità
20 Settembre 2025 - 18:30
L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa che colpisce progressivamente la memoria, il pensiero e il comportamento. I primi sintomi spesso includono difficoltà a ricordare eventi recenti, smarrimento in luoghi familiari, problemi nel linguaggio e nel trovare le parole giuste, cambiamenti di umore o personalità e difficoltà a svolgere attività quotidiane. Con il tempo, la malattia può compromettere sempre più le capacità cognitive e la vita di tutti i giorni. Per rispondere ad alcune domande su questa malattia, abbiamo intervistato la dottoressa Stefania Cammarosano, specialista in Neurologia dell'Ospedale Kolelliker.
Quali sono i primi segnali che possono far sospettare l'Alzheimer?
"Oggi con l'avvento di terapie in grado di modificare il decorso di malattia diventa perentorio diagnosticare precocemente l'Alzheimer perché intervenire in una fase precoce di malattia può consentire il rallentamento della progressione, permettendo al soggetto di avere più tempo di qualità da vivere. La diagnosi precoce non ha soltanto una valenza clinica, ma ha un forte impatto psicologico. Il paziente, infatti, può programmare il futuro avendo maggiore consapevolezza della malattia e si possono attivare delle reti di sostegno in tempi utili. Il sintomo comune più frequente nelle forme tipiche di malattia è la perdita di memoria, ovvero dimenticare informazioni apprese di recente. Dimentica i nomi, date, eventi importanti, dove vengono riposti gli oggetti in casa. Il paziente può presentarsi confuso e disorientato, essere incerto quindi sull'ora, sul luogo in cui si trova, può perdersi nel proprio quartiere, non ritrovando la strada di casa e tende a ripetere più frequentemente le stesse informazioni. Può anche presentare disturbi del linguaggio, caratterizzati da difficoltà nel reperire i vocaboli durante il discorso, pronunciare parole incomprensibili o sostituire termini di uso comune con altri inusuali o comunque non collegati al contesto in cui vengono inseriti. Infine possono esserci difficoltà nella programmazione di compiti quotidiani come il vestirsi, il cucinare perché non ricorda la sequenza esatta di una ricetta, la gestione economica, ad esempio l'uso di elettrodomestici, ricorrendo sempre di più al supporto dei familiari. Questi sintomi se di possibile riscontro anche nell'invecchiamento fisiologico, diventano però un campanello d'allarme in base alla frequenza con cui si verificano all'impatto che hanno sul funzionamento quotidiano e se si associano ad alterazioni dell'umore e perdita di motivazione che conducono al ritiro sociale dell'anziano
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