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Industria dell'auto
07 Novembre 2025 - 18:20
A Orbassano, nell’ex impianto Blutec riportato alla vita dopo anni di inattività, Mole Urbana, il progetto fondato dal designer Umberto Palermo, ha inaugurato il suo nuovo stabilimento, trasformando un’idea nata quasi per intuizione nel progetto industriale più concreto e ambizioso della sua storia. Alla cerimonia hanno partecipato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, rappresentanti delle istituzioni e partner industriali, insieme a centinaia di ospiti che hanno assistito alla presentazione della gamma di microcar elettriche e del nuovo concept Malya. La scelta di rinascere dentro un capannone simbolo della crisi dell’automotive piemontese è stata intenzionale.«Dove c’erano 10mila m² di amianto ora brillano 10mila m² di pannelli solari. Per noi questo luogo è il simbolo di ciò che l’Italia può tornare a fare», ha spiegato Palermo. «Non stiamo presentando un prodotto, ma un modo di intendere il lavoro e il design. È il passaggio dal frutto all’albero: oggi nasce un ecosistema che vuole generare nuovi frutti industriali, sociali e culturali».

Nel nuovo stabilimento prende forma la gamma Mole Urbana, composta da dodici modelli modulari elettrici ispirati alle k-car giapponesi. Quadricicli pensati per la città, dalle versioni a due, tre e quattro posti fino alle varianti cargo capaci di trasportare fino a quattro metri cubi di materiale. Con una larghezza di 1,30 m e lunghezze tra 2,65 e 3,30 m, mirano a rispondere alle esigenze della mobilità urbana contemporanea. «Abbiamo voluto evitare il concetto del monoprodotto», ha raccontato Palermo. «Ogni versione nasce per una funzione precisa. E sul fronte della sicurezza, in alcuni casi abbiamo ottenuto risultati paragonabili o superiori a quelli di un’auto tradizionale, persino nelle prove di ribaltamento». La filiera è interamente italiana, dal Piemonte alle Marche. «Non è stato facile perché molte competenze industriali erano scomparse», ha aggiunto Palermo, «ma abbiamo ricostruito pazientemente un sistema produttivo nazionale. È un orgoglio e una responsabilità».
Accanto ai dodici modelli urbani, Mole Urbana ha presentato anche Malya, un concept lungo 3,80 m e largo 1,60 m progettato per muoversi oltre i confini della città. «Volevamo una keicar all’italiana, capace di accogliere quattro persone, affrontare anche l’autostrada e rimanere fedele alla nostra filosofia di leggerezza produttiva», ha spiegato il designer. «È un nuovo capitolo, ma sempre con radici ben piantate nel nostro modo di costruire».

Durante l’inaugurazione, il ministro Pichetto Fratin ha sottolineato il valore del sito di Orbassano. «Inauguriamo qualcosa che per il sistema Piemonte è una soddisfazione. Veder rinascere una fabbrica chiusa significa dare continuità a una conoscenza fatta di design, competenze e visione industriale». Il ministro ha ricordato di aver seguito personalmente le prime fasi del progetto quando era viceministro dello Sviluppo Economico: «Palermo venne da me dicendo: “Mi serve un capannone”. Gli risposi: proviamo a cercare tra quelli in amministrazione straordinaria. Da lì è iniziato un percorso che oggi, vedere realizzato, dà grande soddisfazione». Pichetto Fratin è tornato anche sul tema delle politiche europee per la transizione energetica, ribadendo la sua posizione sul Fit for 55. «Non condivido il divieto dei motori endotermici dal 2035. Sono convinto che l’elettrico sarà centrale, ma serve equilibrio: prezzo dei veicoli, costi dell’energia, accessibilità per i cittadini. E sulla Cina è difficile competere, ma sulla qualità possiamo davvero dire la nostra».
Il progetto Mole Urbana rappresenta inoltre un’opportunità occupazionale per un territorio che ha sofferto la crisi dell’automotive: in poche settimane sono arrivati 500 curricula e oggi l’azienda impiega 30 persone, con l’obiettivo di arrivare a 80-100 addetti. Il sostegno pubblico arriva da Cdp Venture Capital e da FinPiemonte, coinvolte in un piano di investimenti da 7 milioni di euro.
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