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Il caso
22 Maggio 2024 - 11:18
Un'aggressione sull'autobus, poi la vendetta in stazione e un'ulteriore rappresaglia in strada: così, in Canavese, era nata una faida fra una banda di ragazzini di origine nordafricana, due ragazze e il papà di una di loro. Fino a quando sono intervenuti i carabinieri di Pont Canavese, che hanno indagato per mesi e ora hanno denunciato dieci persone, un 47enne e nove ragazzi, tra cui quattro minorenni residenti tra Castellamonte, Pont, Cuorgnè e Rivarolo (in gran parte già conosciuti alle forze dell'ordine).
Tutto inizia la sera dell'Epifania vicino alla stazione ferroviaria di Rivarolo Canavese: è il 6 gennaio 2024 e nove ragazzini, sette maschi e due femmine, salgono a bordo di un autobus Gtt a Pont Canavese. Non vogliono pagare il biglietto e arrivano quasi alle mani con l’autista, facendo ritardare la partenza di oltre 40 minuti. A difendere il conducente, intanto, intervengono una 21enne e la sorella. E, in tutta risposta, le due ragazze della “banda” le aggrediscono con botte e minacce: solo l'intervento di una pattuglia dell'Arma riesce a sedare la rissa, con i carabinieri che identificano i nove "portoghesi", raccolgono le testimonianze ed acquisiscono le registrazioni delle telecamere di sorveglianza del bus.
Ma la vicenda non finisce lì: la sera del 9 gennaio, il padre della giovane aggredita incontra la stessa baby gang nella sala d'aspetto della stazione di Rivarolo. Quindi decide di “regolare i conti”: tira fuori una spranga di ferro e li assale, sia all'interno che in mezzo alla strada (dove ci saranno anche dei lanci reciproci di sassi e bottiglie di vetro). Il giorno dopo la banda di giovani nordafricani decide di vendicarsi e si presenta sotto casa dell’uomo, colpendogli l'auto con pietre e bottiglie. Il papà, classe 1977, andrà poi a denunciare l'agguato ai carabinieri, "dimenticando" di raccontare quanto successo il giorno prima in stazione.
Dopo quattro mesi di indagini e di analisi delle telecamere di sorveglianza, i carabinieri sono riusciti a identificare tutti i protagonisti e a denunciare dei nove ragazzini: cinque maggiorenni e quattro minori sono accusati dei reati di interruzione di pubblico servizio, percosse, minacce e getto pericoloso di cose. Anche il papà “giustiziere” è stato denunciato alla Procura di Ivrea per esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose e porto abusivo di strumenti atti ad offendere.
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