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Parla Annalena Benini

"Mi hanno telefonato il primo aprile, non ci credevo. Un onore essere la prima donna per il Salone, ma ce ne saranno altre"

Giornalista e scrittrice per Einaudi, comincerà ad affiancare Nicola Lagioia per questa edizione

Annalena Benini, nuova direttrice del Salone del Libro di Torino. E glielo hanno detto con una telefonata "sospetta": «Sul momento non ho realizzato, ma era il 1° aprile». Infatti, Silvio Viale dell’associazione Torino città del libro - padrona del marchio -, il sindaco Stefano Lo Russo e il governatore della Regione Alberto Cirio le hanno telefonato sabato mattina: «Ero in una casa non mia, mi è arrivata su WhatsApp una telefonata da un numero che non conoscevo, e io di solito non rispondo, ed ecco che sento Viale e mi trovo in questa comunicazione in vivavoce con tre uomini». Che in pratica le hanno dato poche ore per accettare.

«Lo confesso - dice Annalena Benini -, mi è preso il terrore, poi mi sono fatta coraggio. Sono emozionata e stupita, ma soprattutto felice e onorata, questo è un incarico inaspettato. Per me il Salone è sempre stata la manifestazione più importante, un posto fondamentale in cui andare per i lettori, per chi lavora con i libri, a cui pensare, è il posto dei libri, dei lettori, degli scrittori, degli editori e della cultura che si muove. Una cosa bellissima».

Originaria di Ferrara, 47 anni, Annalena Benini è giornalista al Foglio, ma ha anche lavorato a programmi in Rai: dirige la rivista Review e cura la pagina dei libri e l’inserto “Il Figlio”. E’ sposata con Mattia Feltri, direttore dell’Huffington Post, e di conseguenza nuora di Vittorio Feltri. Ma certo, se quando ci si era indirizzati su Paolo Giordano, era per ottenere un direttore di alto richiamo mediatico, “pop” per così dire, questa decisione potrebbe sorprendere: ad Annalena Benini però il curriculum non fa certo difetto, dal momento che pubblica con Einaudi, guarda caso la stessa casa editrice di Nicola Lagioia - che al termine del suo mandato potrebbe diventare direttore di collana -, ma anche dello storico predecessore Ernesto Ferrero e del mancato successore Paolo Giordano. Insomma, lo Struzzo è patente di nobiltà di certo.

Prima donna a dirigere il Salone del libro - non volendo considerare Giulia Cogoli, che fu sì nominata ma si dimise polemicamente e fu l’inizio della discesa rovinosa -, una svolta notevole comunque - e, a questo proposito, Annalena ha chiarito di voler essere chiamata direttrice - e, anche se assumerà il suo incarico dal 2024, possiamo già chiederle quale sia la sua visione, o la sua idea di Salone: «Sarebbe affrettato avere una idea adesso. Ho deciso di accettare, ma non sarebbe serio avere o esprimere una idea. Devo studiare, approfondire e affiancare Nicola Lagioia, uno scrittore che stimo, conoscere le persone. Prometto che farò il meglio che posso. Essere la prima donna alla direzione è un ulteriore onore. E spero ci saranno altre donne dopo di me». Una sorpresa in tutto, visto che non aveva neppure partecipato alla, poi naufragata, manifestazione di interesse: «No, non mi era passato neppure per l’anticamera del cervello. Poi, chiaro ho le mie idee sulla scrittura, derivate dall’occuparmi di libri, ecco magari cercherò di riversare queste nella direzione».

E così, dopo la dichiarazione d’amore per Torino - «spero di passarci tanto tempo nei prossimi anni - si comincia con il lavoro di affiancamento. «Ho già - aggiunge - sentito Nicola Lagioia, domenica. Anche qui una telefonata un po’ complicata. Inizieremo a confrontarci». Fin da subito, dal momento che martedì 4 ci sarà la seconda presentazione del programma del Salone, che inizia il 18 maggio, e ora che abbiamo la direttrice per il prossimo triennio, e che si sono complimentati anche il ministro Sangiuliano che da principio voleva infilare nomi a lui graditi nel direttivo, e anche Giulio Biino del Circolo dei lettori, non presente a palazzo Madama, speriamo che siano finite le bufere. Sarebbe questa la novità.

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