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Gli arresti

Case a luci rosse a Torino: la polizia smantella un giro di prostituzione cinese tra Asti e Barriera di Milano

Dieci indagati per sfruttamento. I clienti pagavano 50 euro a prestazione

In due mesi sono passati 825 uomini, che pagavano 50 euro a prestazione per usufruire dei servizi delle case di prostituzione allestite fra Asti e il quartiere Barriera di Milano, a Torino. Che la Squadra mobile del capoluogo astigiano ha trovato grazie a una lunga indagine cominciata l'anno scorso e coordinata dalla Procura.

In queste ore i poliziotti della seconda Sezione Reati contro la Persona hanno eseguito quattro misure cautelari, un fermo e il sequestro di un immobile: in tutto sono dieci le persone coinvolte nei reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione di donne cinesi fra via Comentina ad Asti e Barriera di Milano a Torino.

I risultati dell'operazione sono stati presentati questa mattina in una conferenza stampa, cui ha partecipato anche procuratore di Asti, Biagio Mazzeo: «C'è un substrato allarmante in questo senso ed è per questo che è importante monitorare questo fenomeno con azioni repressive» ha commentato il magistrato.

Al centro dell'organizzazione c'erano due donne cinesi, la 49enne Jianhong Huang e la 51enne Meijuan Luo, e il torinese Furio Ardissone, classe 1955. Ad aiutarli anche Artan Sulaj, 54enne albanese, proprietario dell’appartamento di Asti che guadagnava sull'affitto e sapeva molto bene cosa succedeva all'interno (stando alle accuse). Huang è finita in carcere, Ardissone è ai domiciliari, Luo e Sulaj hanno l'obbligo di firma. E l'albanese è stato denunciato anche per il possesso di un fucile privo di matricola.

Gli investigatori hanno accertato che le due donne avevano organizzato tutto come se fosse una vera e propria impresa: pubblicità su internet, utenze telefoniche dedicate per fare da centralino, un sistema di reclutamento delle nuove prostitute e  di rendicontazione dei guadagni. Nel periodo di monitoraggio, di circa due mesi, sono stati accertati 825 clienti, lo sfruttamento di quattro ragazze e un volume di affari di almeno circa 42mila euro: «In questo giro erano entrate anche giovani donne, irregolari sul territorio nazionale» sottolinea Federico Mastorci, capo della Squadra mobile di Asti.

Durante la perquisizione nella casa di prostituzione astigiana, è stata sottoposta a fermo d’indiziato di delitto un’altra donna cinese, la 42enne Dan Hong: è accusata di aver gestito l'appartamento nell'ultimo periodo, sfruttando almeno due prostitute cinesi e gestendo il passaggio dei clienti.

La casa è stata sequestrata insieme a 18mila euro, trovati durante le perquisizioni a carico degli altri indagati.

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