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DUE ARRESTI

Prostituzione nel night, chiuso il Crazy Love a Torino

I giochi proibiti tra ballerine e clienti nei privè erano filmati da telecamere nascoste

Il Crazy Love

Il Crazy Love è stato chiuso dalla polizia municipale

Brutte notizie per gli amanti delle notti proibite torinesi. La polizia municipale ha infatti chiuso il Crazy Love, storico night di via Galliari, perché le ballerine, secondo le accuse, avrebbero soddisfatto un po’ “troppo” i desideri dei clienti.

L’inchiesta, coordinata dalla pm Patrizia Caputo, è scattata più di un anno fa, quando alle orecchie degli agenti è arrivata la voce che nel locale di San Salvario, tra luci soffuse, divanetti e pali della lap dance, si esercitasse il mestiere più antico del mondo. Il Crazy Love è uno dei night più noti in città: «Il locale di lap dance più bello di Torino - si legge sul sito - con più di 20 ragazze provenienti da tutto il mondo, pronte ad attenderti per una serata all’insegna del divertimento». E in effetti le ragazze, italiane e straniere, c’erano: tutte bellissime, tutte giovani. Il problema era che alcune di loro non si sarebbero limitate a ballare.

E così qualche giorno fa il reparto di Prossimità della Polizia Locale ha eseguito le misure cautelari in carcere disposte dal Gip per il titolare del locale, un 48enne, e per la sua più stretta collaboratrice, una 30enne, «indagati - spiegano gli investigatori - per aver indotto, agevolato, favorito e sfruttato la prostituzione di numerose giovani ragazze che lavoravano come ballerine all’interno del locale notturno». Nel dettaglio, le indagini di questi mesi avrebbero permesso di ricostruire un quadro nel quale le giovani sarebbero state invitate a compiacere sessualmente i clienti all’interno dei privè. Ovviamente a pagamento. Soldi che andavano poi in parte agli indagati e in parte restavano nelle tasche delle ragazze. Cifre pattuite di volta in volta in base al tipo di prestazione e proprio per questo, per evitare che qualche ragazza facesse la “cresta”, il gestore avrebbe anche installato nei privè delle telecamere, all’insaputa delle giovani e ovviamente dei clienti, per controllare la natura delle prestazioni effettuate.

«Proprio la modalità dei fatti, che ha evidenziato una spiccata pericolosità criminale delle persone indagate - spiegano dal comando della polizia locale - ha portato il giudice a ritenere sussistente, oltre ai gravi indizi di colpevolezza, anche un pericolo concreto di recidiva» e così «ad applicare a carico dei due soggetti la misura della custodia cautelare in carcere». Ovviamente il locale è ancora sotto sequestro - impossibile sapere quando riaprirà - mentre le indagini proseguono, sia per verificare l’eventuale esistenza di altre ragazze che potrebbero essere state sfruttate, sia per accertare con precisione cosa avveniva all’interno del locale.

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