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Ad Asti
07 Luglio 2023 - 18:10
Estorsioni, rapine e un tentato omicidio. E un nome che prevale fra i 12 arrestati: Francesco Belfiore, 51 anni, membro della storica famiglia 'ndranghetista attiva nel Torinese e fratello di Domenico, condannato in via definitiva per l’omicidio del procuratore di Torino Bruno Caccia.
Secondo i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Asti, era lui il regista della banda responsabile di una serie di reati compiuti tra Asti e Alessandria: tentato omicidio aggravato, detenzione e porto abusivo di armi, detenzione e spaccio di stupefacenti, estorsione e rapina in abitazione. Stamattina 70 militari hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare emessa il 27 giugno dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Asti (su richiesta della locale Procura ) nei confronti di 13 persone (8 in carcere e 5 agli arresti domiciliari), rintracciati nelle province di Asti, Palermo, Rovigo, Pisa e Cuneo. Tranne 1, che è ancora latitante.
Nel fascicolo d’inchiesta risultano indagate 25 persone, 12 le misure cautelare (una tredicesima ancora da eseguire perché l’indagato è latitante). I destinatari delle 12 misure cautelari sono, oltre a Belfiore, Armando Bonanno, 29 anni, Ignazio Giovane di 49 anni, Patrik La Comare di 39 anni, Valerio Pillitteri di 34 anni, Giastin Stentardo, 38 anni, Stefano Valfusi, 46 anni, Claudio Roberto Arduini, 48 anni, Angelo Bufalino, 61 anni, Gabriele Frigoli 68 anni, Carlo Lucca di 56 anni e Franco Vacchina di 62 anni.
Il provvedimento nasce dall'operazione "Mare Magnum", serie di indagini avviate nell’anno 2018 e sviluppate nell’ambito della “Barbarossa”: é la precedente operazione che, nei mesi scorsi, hanno portato alla condanna definitiva per il reato di associazione di stampo mafioso nei confronti di membri piemontesi della ‘ndrangheta calabrese.
Invece la nuova indagine "Mare Magnum" avrebbe confermato la crescente affermazione di una famiglia, i Lo Porto, al centro anche della vicenda che aveva portato al tentato omicidio, contestato negli atti di indagine: la vittima di quella spedizione punitiva, infatti, era un albanese che aveva tentato di opporti ai Lo Porto.
I fatti contestati sono stati commessi tra il 2017 e il 2020: si contano diversi episodi di detenzione e porto abusivo di armi da fuoco spesso usato per intimidire le vittime, l’incendio doloso di un’auto nel quartiere Praia di Asti nel novembre 2018, estorsioni a imprenditori, spaccio e rapine commesse tra Cuneo e Alessandria, una particolarmente violenta commessa nell’ottobre del 2018 a Santo Stefano Belbo ai danni della famiglia Santero, industriali nel mondo vinicolo, a cui i rapinatori avevano rubato soldi e gioielli fingendosi carabinieri (con placca indossata al collo).
Le altre rapine erano state commesse pochi giorni dopo, il 19 ottobre, a Bosio, nell’Alessandrino, e il 23 dicembre 2019 ad Alba.
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