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IL COLLOQUIO

Lo Russo crolla in classifica: «Nessun cambio di rotta, trasformare la città crea malumore»

Dai cantieri ai rincari sui bus, il sindaco di Torino commenta il calo di popolarità certificato dalla classifica del Sole 24Ore

Cantieri a ogni angolo e rincari per bus e tram. Non sono certo queste le misure che rendono un sindaco popolare. Quanto meno, non nell’immediato. Lo sa bene il primo cittadino di Torino, Stefano Lo Russo, che questa mattina aprendo il Sole 24 Ore, ha visto il suo nome scivolare in basso, fino alla 47esima posizione della classifica che monitora il gradimento dei sindaci.

Un crollo verticale su cui hanno banchettato gli avversari politici. «Un sindaco rinchiuso nel Palazzo, impercettibile per i torinesi (e forse è meglio così), non si fida di nessuno» attacca per primo il capogruppo dei Cinque Stelle in consiglio comunale Andrea Russi. Il sindaco dal canto suo inizialmente commenta con distacco l’analisi fornita da  Governance Poll2023. «Ho sempre trattato queste indagini per cosa sono, vale a dire delle indagini statistiche. Le considero degli utili strumenti pe cercare di fare sempre meglio, sia quando sono positive che quando sono negative». Poi però - quando gli viene chiesto di fare autocritica - è un fiume in piena. «Penso di aver fatto tutto quello che era ragionevolmente possibile fare, nelle condizioni date. I risultati si vedranno nei prossimi anni e credo che avere la maggioranza della fiducia dei cittadini torinesi sia un ulteriore stimolo per fare meglio».

Nessun cambio di rotta all'orizzonte. «Non credo sia necessario - spiega il primo cittadino, a margine della conferenza stampa di presentazione dei fondi Pnrr in Città metropolitana -. Ma dobbiamo lavorare sui punti su cui, in questo anno e mezzo, non siamo stati in grado di arrivare. Penso alle manutenzioni stradali ad esempio. Siamo sulla tabella di marcia, ma il livello degli standard che dobbiamo raggiungere è ancora da ottenere, quindi serve lavorare con maggiore intensità».

 Alla luce di vent'anni «complicati», come li definisce il sindaco, ora le manutezioni creano malcontento e un inevitabile calo della popolarità.«Siamo consapevoli che trasformare la città sia un nostro obbligo. Ma sappiamo anche che causerà dei malumori e sicuramente ci saranno dei disagi per tutti i cantieri che verranno aperti. Cercheremo di minimizzarli, ma non possiamo fare diversamente» spiega e conclude: «Questa è una città che attendeva alcune manutenzioni da oltre 30 anni. Siamo consapevoli che è difficile e che questo causerà un calo di popolarità nell’immediato, ma siamo anche convinti che se siamo riusciti a mettere in campo tutto quello che abbiamo messo in cantiere la città ne sarà contenta».

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