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ALTA TENSIONE

A casa del folle col coltello che gridava "Allah akbar": ecco dove vive

Siamo stati nell'alloggio del 41enne che ha terrorizzato San Salvario

Si chiama Montasser Tanzimi, ha 41 anni ed è tunisino l’uomo col coltello in mano che al grido di «Allah akbar» ha seminato il panico a San Salvario, prima di finire in manette. Ora è in carcere in attesa dell’udienza di convalida del fermo e nel frattempo in rete spuntano due nuovi video-shock: nel primo si vede un anziano che al mercato di piazza Madama tenta coraggiosamente di fermarlo; nel secondo sono due giovani a provare a bloccarlo, scagliandogli contro un monopattino elettrico. Alla fine ci penseranno i poliziotti ad arrestarlo dopo avergli tirato due scariche col taser, la pistola elettrica in dotazione alle forze dell’ordine.

La giornata di paura è iniziata alle 15.30 di lunedì pomeriggio. Alla centrale operativa arriva la telefonata di una donna: «Aiuto, c’è un uomo in via Goito che grida col coltello in mano». L’uomo è Montasser e vaga nella zona della sinagoga di piazzetta Primo Levi. Di coltelli in realtà ne ha due, uno in mano e l’altro in tasca. Urla «Allah akbar» in arabo e altre frasi all’apparenza incomprensibili, poi grida in italiano «Allah vi ammazzerà tutti». Arrivano otto volanti della polizia, cui si aggiungono anche gli agenti in moto. Tutti rincorrono il 41enne, prima in auto e poi a piedi. L’inseguimento tocca le vie Goito e Galliari, poi in piazza Madama Cristina dove c’è il mercato. Qui arriva l’anziano-eroe, che con grande coraggio tenta di fermare il folle tunisino con un lungo bastone, davanti a un bar. Il tutto viene ripreso dai piani alti di un palazzo all’angolo, e pubblicato sul noto portale “Welcome to Favelas”. Pochi minuti dopo, in via Sant’Anselmo, il tunisino passa davanti a uno degli ingressi della scuola ebraica, a due passi dalla sinagoga. E’ circondato dai poliziotti e dai militari a presidio del tempio ebraico, che in questi giorni è considerato un obiettivo ancora più sensibile dopo l’escalation del conflitto in Israele e Palestina. In un secondo video, realizzato da residenti, lo si vede passare con il coltello sopra la testa. Rischia di essere investito da una volante ma procede comunque a passo spedito. Incrocia due giovani di colore, uno prova a tirargli un calcio, l’altro solleva il monopattino a noleggio e fa per scagliarglielo addosso. Il tutto con i poliziotti alle calcagna di Montasser, che poi torna in via Galliari, direzione via Nizza. Ed è davanti al civico 5 che viene bloccato col taser e arrestato. Non prima di avere sputato contro i poliziotti e averli minacciati urlando «Allah punirà voi e i vostri figli». Portato alle Molinette per accertamenti, verrà dimesso alle 18.30 dall’ospedale per essere trasportato al carcere Lorusso e Cutugno.

Spaccio di droga e altri reati. Non era sconosciuto alla polizia Montasser Tanzimi. La prima segnalazione, infatti, è del 2011. A “pizzicarlo” è la polizia di Genova, per spaccio di droga. E Genova è anche la città dove il 41enne ha ricevuto il permesso di soggiorno. Stessa città, Genova, dove nel 2021 si trovava anche Abdesalem Lassoued, l’autore della strage di Bruxelles. Anche lui tunisino e anche lui passato da Torino, come Montasser. Il quale non viveva lontano da dov’è stato arrestato lunedì pomeriggio. Il suo appartamento si trova infatti in via Nizza 23, di fronte al palazzone delle Poste. L’alloggio è stato perquisito dagli agenti alla ricerca di un eventuale coinvolgimento in organizzazioni integraliste islamiche, che al momento non risultano. Il fascicolo è poi finito sulla scrivania del sostituto procuratore Antonella Barbera. Fra oggi e domani si terrà l’udienza di convalida del fermo del 41enne, assistito dall’avvocato Stefania Rullo: «Lo vedrò oggi in carcere», si limita a dichiarare la legale, che aveva già assistito l’uomo per i suoi precedenti penali. Ma l’aveva incontrato solo qualche giorno fa, tra giovedì e venerdì: «L’ho visto molto agitato, e gli ho suggerito di rivolgersi a uno psicologo o psichiatra. Mi ha risposto: “Grazie avvocato, ti voglio bene”». Poi, la follia.

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