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Al Sermig di Torino
16 Gennaio 2024 - 10:40
E' tutta rosa, con uno sportello che si apre verso l'alto. E sopra c'è il logo "Un nido per la vita", che attira l'attenzione di chi passa davanti al poliambulatorio del Sermig in via Andreozzi 18/44 (alle spalle dell'Arsenale della Pace di piazza Borgo Dora). Ma quasi nessuno sa che lì, dietro quello sportello, le neomamme possono lasciare in sicurezza i loro bambini: «E' la Culla per la Vita, un modo per evitare che capitino episodi come quello di Villanova Canavese» riflettono Silvia Tossut del Movimento per la Vita e Simona Pagani, responsabile dell'accoglienza del Sermig.
Poliambulatorio e associazione sono due entità distinte che seguono decine di mamme in difficoltà con la gravidanza: all'Arsenale della Pace si presentano soprattutto donne straniere, magari senza permesso di soggiorno, che non sanno a chi altri rivolgersi per avere aiuto. Anche il Movimento segue ragazze in quella situazione, cui si aggiungono famiglie italiane che hanno problemi economici e hanno bisogno di sostegno per portare avanti la maternità. Nessuna di loro, in 13 anni di esistenza della Culla di Torino, ha deciso di usufruirne.
«Però ci ha permesso di intercettare tante donne, che magari sono venute qui a chiedere informazioni su questo servizio - fa notare Pagani - D'altronde, oltre a un lavoro di cura, il nostro poliambulatorio fa un grosso lavoro di orientamento ai servizi per le persone che non sono in grado di orientarsi in città: se qualcuno ci chiede della Culla, informiamo che c'è la possibilità del parto in anonimato in ospedale, dove mamme e bimbi possono essere tutelati anche dal punto di vista sanitario».
Per il Sermig, quindi, la Culla dev'essere proprio l'ultima speranza per evitare che il neonato venga abbandonato in strada come successo a Villanova Canavese: «Sì, esistono proprio per questo ma anche per "agganciare" tante persone che devono gestire una gravidanza indesiderata. Altre si sono fatte avanti dopo aver tenuto il bambino e aver avuto un ripensamento, chiedendo se potevano usare la Culla per la Vita: in quei casi li abbiamo indirizzati ai servizi sociali del Comune, in modo che potessero essere sostenuti oppure scegliere per l'affido».
Come funziona, allora, la Culla per la Vita? Lo spiega Tossut nel dettaglio: «E' molto semplice: in caso di necessità si apre lo sportello e dentro si trova un materassino pronto ad accogliere il neonato bisognoso. Quando viene riposto, ci sono degli appositi sensori che attivano il riscaldamento e un allarme che avvisa il personale del Sermig. Così può essere subito preso in carico: è il modo migliore per gestire un'emergenza come quella di un bimbo che viene abbandonato subito dopo la nascita».
Aggiunge Valter Boero, presidente del Movimento per la Vita: «E' importante che si sappia, che oltre il parto in anonimato, c'è anche questa possibilità e non si viene perseguiti, mentre abbandonare vicino ai rifiuti è gravissimo per il pericolo di vita del bimbo. Esistono poi i Centri di aiuto alla vita che aiutano le mamme in difficoltà con l'arrivo di un figlio. A Torino, nella nostra sede in via Giusti 8, facciamo questa accoglienza con i volontari e anche con alcuni fondi che la Regione Piemonte ha messo a disposizione».
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